Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Le ritorsioni in stile mafioso per ostacolare la verità per Giulio Regeni: arrestata Amal Fathy

Quello che è successo tra Italia ed Egitto, Europa ed Egitto è fatto notorio. Ha prevalso il torto dell'affare di stato sulla verità per Giulio. Compromessi, strette di mano, continuare a fare affari, i famigerati 5 miliardi di euro di business ed oltre, come se niente fosse, continuando a legittimare una dittatura quando poi noi nelle nostre scuole andiamo ad insegnare quanto belli sono i diritti umani, quanto bella è la nostra Costituzione. Costituzione e diritti umani denigrati da chi continua a relazionarsi con sorrisi e benevolenza con normalità assoluta con un sistema criminale che non ha niente da invidiare ad altre dittature che l'Europa ha conosciuto, combattuto e sconfitto.

Depistaggi, menzogne, calunnie, ritorsioni, sparizioni, per ostacolare la verità per Giulio in quell'omicidio di stato oramai noto a tutto il mondo nella sua dimensione, crudeltà, portata. Si colpiscono coloro che operano per cercare di arrivare a definirla questa verità in Egitto, dall'arresto di Metwaly mentre si apprestava a partire per Ginevra, per partecipare a una sessione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu alla moglie del presidente Mohamed Lotfy, responsabile delle associazioni che seguono le indagini su Giulio, Amal Fathy, il passo è stato breve. Qualsiasi pretesto sarebbe andato bene per arrivare a realizzare la ritorsione a pochi giorni da quando dovrebbero essere consegnati i video sovrascritti dal 25 gennaio 2016 dalle telecamere a circuito chiuso della stazione della metropolitana di Dokki. Ogni passo, utile od inutile che possa essere realizzato verso la verità per Giulio e che possa mettere in dubbio o in difficoltà il sistema governante quel Paese, comporta delle reazioni tipiche di quella metodologia mafiosa che noi italiani ben conosciamo.

Altro non si deve fare ora che pretendere #FreeAmalFathy importante per arrivare alla verità per Giulio Regeni e non solo.


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     Marco Barone

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