Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quel grave gesto di farsi fotografare alla tomba di Giulio Regeni. Violato il rispetto


Ci sono tombe diventate luoghi cult come quella di Jim Morrison, Oscar Wilde, che le guide turistiche non possono non indicare perchè è così che va il mondo. Ci sono tombe che sono espressione della grandezza storica di certi e dati eventi, come quelle dei partigiani, tutti luoghi dove farsi fotografare è legittimo. E poi ci sono luoghi dove dovrebbe governare l'assoluto buon senso e senso del rispetto. Siamo oramai entrati nel pieno del terzo anno dalla scomparsa di Giulio, tre anni di atroci e durissime lotte da parte della famiglia prima di tutto, tre anni alla ricerca continua e costante di quella verità per Giulio che è stata negata, compromessa, a colpi di effetti teatrali, menzogne, depistaggi, con l'aggravante di chi ha rappresentato l'Italia di effettivamente chinarsi ed arrendersi al torto di stato del compromesso. Se nel corso di questi anni praticamente non è mai circolata la foto della tomba di Giulio, qualcuno si sarà posto un minimo perchè? Già la famiglia era intervenuta in passato invitando a non fotografare quel luogo. I motivi sono vari, e la richiesta va assolutamente rispettata. Punto. Io ad esempio come tanti altri nel mio piccolo ancora non ho trovato la forza di recarmi al cimitero e portare un fiore a Giulio. Nonostante siano passati due anni, che sembrano un niente rispetto a quell'enormità che è accaduta, ma per altri aspetti invece si tratta di una infinità di tempo usata dal sistema per cercare di far dimenticare Giulio. Mi sono sempre interrogato su quel luogo, ponendomi mille domande. Sarà forse perchè reputo Giulio ancora tra noi, o come sospeso tra questa dimensione e qualche altra dimensione fino a quando non ci sarà la verità. Non lo so. Ma è stato violato il senso del rispetto. Inconsapevolmente o meno, non importa.  Non è giustificabile. Ciò è accaduto durante la visita di un noto politico in questa campagna elettorale in FVG. Quale il senso di farsi fotografare? In un contesto dove la politica governativa poi si è effettivamente arresa alle menzogne di quel sistema criminale che governa l'Egitto? Oltre al danno, l'amara beffa verrebbe da dire. Quante ancora deve affrontarne la famiglia di Giulio?

Marco Barone

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