La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Nova Gorica interrompa i rapporti con Gorizia



Non è la prima volta e non sarà forse neanche l'ultima volta che Gorizia e l'Italia dovranno vivere un sabato nero. Ricevere certi nostalgici è un qualcosa di veramente incomprensibile che continua a trovare spazio e legittimazione in una zona di confine come questa che ha conosciuto più che altrove le barbarie compiute soprattutto contro gli sloveni. Non è un caso che anche Gorizia ha avuto il suo Narodni dom. Il 4 novembre del 1926, sei anni dopo l'incendio del Narodni dom,un manipolo di fascisti, festeggiando la Celebrazione della vittoria, entrarono violentemente nelle sale del Trgovski Dom, gettando in cortile libri, mobili, oggetti, tutto quello che si poteva gettare venne gettato via fino a costituire un mucchio da bruciare. E bruciarono libri, documenti, mobili,oggetti, simboli, bruciarono l'identità slovena, il riscatto sloveno, tra una folla di cittadini che osservava anche applaudendo ed inneggiando Viva l'Italia. E' inaccettabile che nella Repubblica nata dalla resistenza, dall'antifascismo si possano legittimare a livello istituzionale, situazioni come quelle che si ripetono puntualmente ed annualmente a Gorizia. Vedere entrare bandiere come quella della Rsi all'interno del Comune di Gorizia è un qualcosa che non può essere accettato come fatto abituale, normale, o semplicemente tipicamente "goriziano".

Non erano tanti i nostalgici, questo è vero, neanche i sostenitori giunti da più parti, ma i sintomi di questi tempi evidenziano bene come le cose, giorno dopo giorno, vanno sempre di più nella direzione nera. Un sabato nero per l'Italia e Gorizia. La Presidente dell'associazione Decima Mas-Rsi, al TG3 del FVG dopo aver ringraziato  coloro che oramai son noti come "i fascisti del terzo millennio", per il loro striscione, ha detto che  "ringraziamo il signore che una parte di Gorizia è italiana" e nella sala della giunta hanno intonato anche l'inno della decima per la prima volta. Ora come può una città come Nova Gorica fino a quando Gorizia continua a legittimare queste situazioni, continuare a relazionarsi con Gorizia, almeno a livello istituzionale? Una riflessione andrà fatta anche sull'antifascismo in generale e generazionale, perchè sinceramente ci si aspettava una risposta più corposa dalla provincia goriziana, viste anche le tante adesioni, almeno sulla carta pervenute al presidio indetto contro la Decima Mas, Casapound ecc.



Marco Barone

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