Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Marina Julia e Nova di Monfalcone, una potenzialità dormiente che deve essere rigorosamente pubblica

Non sei a Lussino e neanche a Marghera, ma ti trovi in una piccola zona d'Italia, tra l'isola della Cona, l'isola d'oro di Grado, alle spalle le Alpi e poi il Carso e l'Isonzo e innanzi a te lo splendore di Trieste, dal Castello di Duino alla confinante e vitale Slovenia.
Ti trovi tra Marina Julia e Marina Nova di Monfalcone. Un posto da sempre con tradizione proletaria come si diceva nel '900, popolare, vitale, frequentato, vissuto. I ricordi si perdono. Devi accettare il luogo in cui ti trovi e puoi migliorarlo e da migliorare qui vi è tanto. Ma pare che invece di andare nella direzione del miglioramento si è andati nella direzione del peggioramento nel corso dei vari anni. Eppure qui vi è una potenzialità dormiente enorme.

Una potenzialità che dovrebbe essere rigorosamente pubblica, ma non è integralmente pubblica. Solo ora è emersa la polemica per la nota "isola dei bagni" ...


forse perchè rilevata da proprietà cinese. Vendere un pezzo di montagna è lecito? Ed allora perchè si deve vendere un pezzo di "spiaggia" ed accesso al mare?  
Doveva essere pubblico quel bene come tutti i beni dovrebbero essere pubblici soprattutto in un mondo sovrappopolato come il nostro dove diventerà un lusso per pochi quello di potersi fare un bagno a mare o camminare a piedi nudi sulla spiaggia. Ma pare che in FVG abbastanza velocemente si stia andando nella direzione contraria sottraendo metro dopo metro sempre maggiore disponibilità di beni pubblici a favore di pochi eletti proprietari.  
Finiamola con la storia che il pubblico non è in grado di gestire le cose, non è vero, sicuramente vi può essere stata cattiva gestione ed a volte la cattiva gestione è stata finalizzata proprio a far intervenire il privato come il grande "messia" che risolve tutti i problemi, ma il cui unico ed ovvio scopo è e non può che essere il profitto. Si rimpiange tanto la vecchia cultura austroungarica da queste parti, caratterizzata soprattutto da una sapiente gestione della cosa pubblica, son bastati cent'anni d'Italia per spazzarla via per sempre?

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot