Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Alcune "meraviglie" nascoste dell'Isontino, dall'elettrodotto di Villesse-Redipuglia alla ciminiera di Monfalcone


L'Italia è il Paese dell'arte, della bellezza. Ed in questi mesi abbiamo riscoperto l'orgoglio, tra una miscela condita di un patriottismo artistico effervescente con sfumature tricolori risorgimentali di essere italiani.

Dalla valle dei templi di Agrigento alla potente e affascinante Siena. Tutto perfettamente in armonia con l'articolo 9 della Costituzione, poichè la nostra Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Abbracciamoci, congratuliamoci, guardiamoci allo specchio alla mattina appena alzati e ricordiamoci che noi siamo il Paese di Dante, Michelangelo, Giotto.

Poi se qualche vocina ti dirà, ma hai presente cosa circonda la valle dei templi ad Agrigento? Hai presente l'abusivismo edilizio che in Italia ha devastato il territorio, hai presente la zozzeria che caratterizza il nostro patrimonio artistico, hai presente lo scempio compiuto nei decenni anche grazie ad alcuni mega super archistar, pagati mica quattro danari, per aver realizzato schifezze allucinanti, cattedrali miliardarie nel deserto della ipocrisia italiana?

Ecco, l'articolo 9 della Costituzione dovrebbe essere formulato nel seguente modo: La Repubblica tutela l'ipocrisia italiana come patrimonio della Nazione.

E poi tutti felici e sorridenti a congratularci con noi stessi e ripeterci, ma quanto siamo bravi noi italiani.

Ad esempio, lì dove hai delle sfumature di bellezza deturpata da una cattiva industrializzazione, che continua, il paesaggio non è stato tutelato.

Se per caso a qualcuno capita di avventurarsi nelle ore serali nel tratto autostradale che conduce verso Ronchi/Monfalcone, giunto dalle parti di Villesse-Redipuglia, lì dove sorge il monumento inaugurato nel 1938 dal dittatore fascista dopo aver proclamato le leggi razziali a Trieste, anticipate come è noto con persecuzioni violentissime adottato contro gli "slavi" ti sembrerà di addentrarti in un qualcosa di visionario e futuristico.

Luci rosse che lampeggiano nel cielo della notte. Opera d'arte in movimento, ti sembra di essere su Marte, o in qualche base spaziale o misteriosa area 51 tutta bisiaca. Una bellezza ed una meraviglia tutta nostrana che in pieno giorno offrirà all'ignaro visitatore tutta la sua potente ed immaginifica eleganza.


Cavi sospesi tra il cielo e la terra, possenti e snelli e moderni pali che conquistano un territorio che si è dovuto piegare alla prepotenza di un progresso che per questione di soldi ha deciso che così dovevano affermarsi queste opere di grande ingegno umano che lasceranno un segno indelebile nel territorio. Altro che castellieri, o Carso o Isonzo o Adriatico, questa è la meraviglia del terzo millennio, una meraviglia nascosta che si armonizza perfettamente, con quell'altra bellezza strepitosa che sorge su Monfalcone. Una ciminiera artisticamente torre bicolore fumante e slanciata verso l' infinito, che congiunge l'opera umana con il celeste, riportando alla mente la creazione di Adamo di Michelangelo, che sicuramente nulla ha da invidiare a quella  più storta e pendente di Pisa.
Grazie, di tutto cuore e con tutto l'animo per averci regalato tanta immensa bellezza e meraviglia.

Marco Barone 

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