C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

A Trieste chiude la libreria indipendente IN DER TAT, Davide questa volta ha perso contro Golia





"IN DER TAT“, prendendo in prestito un concetto che il filosofo Hegel riferiva alla cultura, significa in atto, in evoluzione. E’ per questo motivo che l’abbiamo scelto come nome per la nostra libreria, proprio perché pensiamo alla cultura come qualcosa in continuo mutamento(...)".
Questo è quello che leggi nel sito di questa libreria, situata nella zona Cavana di Trieste, non più un bordello ottocentesco, ma un rione oramai destinato ad essere fashion, riqualificato, perfetto, una vetrina nella vetrina di Trieste, che ha snaturato la sua storia, che forse viene ricordata dalla statua di Svevo, niente di più. Una libreria che ha segnato per anni ed anni la storia di questo rione, un punto di riferimento culturale, sociale per triestini e non, appuntamenti di gran rilievo, dibattiti e confronti su più materie, i libri prendevano forma, vita attraverso anche gli incontri, le relazioni. Una libreria relazionale. Con il vecchio libraio o vecchia libraia, non per questione anagrafica, ma per il modo di approcciarsi al "cliente". Quel vecchio modo di fare che solo nelle piccole librerie indipendenti riesci ancora a trovare, incontrare, conoscere. E solo nelle librerie indipendenti potrai sfogliare, comprare, trovare testi anti-sistema che nelle grandi catene commerciali, oramai multinazionali che hanno trasformato le librerie in una sorta di centro commerciale o luogo di intrattenimento, certamente non troverai mai.
Quando chiude una libreria è sempre un lutto. Ma se a chiudere è una libreria indipendente, piccola, è un problema sociale enorme. Questa volta Davide ha perso la sua battaglia contro Golia. I motivi sono vari, vi è stato un concatenamento di fattori micidiali che ha portato a questa dolorosa scelta. Di librerie indipendenti se ne contano sulle dita di una mano regione per regione, anche in Friuli Venezia Giulia sono poche. Sono una piccola eccellenza da preservare, eroi, senza voler essere eroici, di questo tempo, che resistono agli attacchi del grande capitale grazie soprattutto all'affetto di chi crede ancora nell'essere comunità, perchè la libreria piccola ed indipendente è anche questo una comunità. Speriamo di non doverne comprendere l'importanza solo al momento della chiusura.

Marco Barone

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