Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Relazione della DIA: 'ndrangheta e camorra continuano ad essere un problema in FVG

A fine luglio 2017 è stata stampata la seconda relazione per il 2016 della DIA, Direzione Investigativa Antimafia. Il Friuli Venezia Giulia ora ha una capitolo proprio, rispetto al passato quando invece veniva praticamente sempre unita al Veneto.  
Cosa emerge nella relazione per il secondo semestre del 2016?
In merito alla 'ndrangheta:
Anche in Friuli Venezia Giulia, pur non essendo stata registrata, nel periodo, una strutturata colonizzazione attraverso la costituzione di locali, non sono mancati segnali di presenza di elementi organici alle 'ndrine, con interessi che spaziano dal settore edile, estrattivo e del trasporto in conto terzi, fino all'industria meccanica. Con particolare riferimento al comparto turistico-alberghiero, nell'udinese sono segnalati interessi della cosca reggina Piromalli. Da sottolineare il fatto che alcuni 'ndranghetisti emersi nel tempo in attività investigative erano già stati coinvolti nelle faide tra clan rivali per l'egemonia nei territori d'influenza e per questo rifugiatisi nell'estremo Nord Est al fine di sottrarsi ad eventuali ritorsioni. I segnali raccolti hanno determinato un aumento della percezione collettiva circa il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nella regione, cui la locale Magistratura ha dato una concreta risposta emanando delle "linee guida" a firma del Procuratore Capo della Repubblica di Trieste, grazie alle quali si sta mtens1f1cando l'analisi e l'interpretazione dei fenomeni riferibili alla criminalità organizzata.

In merito alla camorra:
Negli anni è stata segnalata la presenza di soggetti collegati ad organizzazioni criminali di tipo camorristico a Trieste, Lignano Sabbiadoro e Monfalcone. Da richiamare, con riferimento ai fatti del semestre e perché sintomatica dei collegamenti, ancorché indiretti, con contesti criminali campani, l'operazione conclusa nel mese di novembre dall'Arma dei Carabinieri in collaborazione con la Polizia Criminale di Nova Gorica (Slovenia), che ha colpito tre cittadini di nazionalità cinese, ritenuti responsabili di detenzione e spendita di monete false. L'attività è nata da una richiesta di collaborazione internazionale da parte della Slovenia, dopo il sequestro nelle case da gioco di quel Paese di banconote false.Le stesse banconote sono risultate, da successive verifiche, di provenienza italiana, nello specifico campana, prodotte dal cosiddetto "Napoli Group". Si tratta di evidenze che portano a ritenere come anche il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia non possa più considerarsi immune da tentativi di infiltrazione della camorra soprattutto sotto il profilo economico-finanziario.
In via complessiva risultano ben 2993 operazioni sospette finanziarie in Friuli-Venezia Giulia, ma anche 2 accessi ai cantieri con 64 persone fisiche, 14 imprese  e 75 mezzi controllati.
Tra le operazioni di rilievo che vengono segnalate vi è l’attività d’indagine della Polizia di Stato di Trieste, conclusa tra settembre e ottobre 2016 con l’arresto di 11 cittadini afghani, tutti richiedenti protezione internazionale, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, anche a minorenni. (proc. pen. nr. 2680/16 RGNR - pendente presso la locale Procura).
L'operazione avvenuta nel Porto di Trieste, il 27 ottobre 2016: personale della G.diF. di Trieste, rinveniva all’interno di un autoarticolato diretto in Belgio e condotto da cittadino di nazionalità iraniana oltre 57 Kg. di eroina.
Il 6 agosto 2016 i ROS di Udine, nell’ambito dell’operazione “FAKE LINK” hanno eseguito l’OCCC n. 1340/16 RGNR DDA e n. 1205/16 RG GIP TS, nei confronti di 4 cittadini pakistani (2 dei quali latitanti), accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di clandestini. Si segnala anche l'operazione del 22 agosto 2016 , presso il confine di Stato italo-sloveno di Gorizia-Sant’Andrea, quando i CC hanno rinvenuto, all’interno di un’autovettura, 25 cuccioli di cane di varie razze, acquistati in Ungheria. Altri 14 sono stati sequestrati il 22 settembre 2016 dalla Polizia Stradale di Palmanova (UD), all’interno di un suv con targa Bulgara, presumibilmente con destinazione finale la Spagna.
Marco Barone 

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