La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il terrorismo ha lo scopo di demolire l'Europa che non c'è nella paura che spinge a destra. Quanti lutti ancora?


All'alba arrivi in Italia, la radio trasmette l'inno nazionale. Se è normale ascoltarlo in Francia od in altri Paesi, in Italia non lo è. Sarà per la sua storia travagliata, per la sua musica poco seria e troppo allegra per essere l'inno di un Paese, una canzonetta che ti appassiona solo quando gioca la nazionale di calcio. Sarà che in Italia non vi è mai stato un vero senso di orgoglio nazionale, forse più regionale, salvo quando vai all'estero. Fuori dal tuo confine politico difendi tutto ciò che è italiano. Sicuramente non è per causa dell'Europa, questa entità astratta che ha con la sua politica economica assurda favorito povertà e diseguaglianze estreme, che in Italia vivi con distacco l'appartenenza al tuo Paese. Sei anche europeo perchè collocato all'interno di questo scatolone nel quale ti hanno chiuso senza chiedere il permesso a nessuno. Alla fine dei conti alla maggior parte dei cittadini quello che interessa, a livello di unità europea, è poter attraversare i confini senza dover fare ore di fila. Altro che multiculturalismo, pluralismo ecc ecc, perchè l'euro-centrismo annienta ogni identità minore a favore di quella principale. Il terrorismo che può avere mille motivazioni, mille obiettivi, ha certamente tra i suoi scopi principali quello di distruggere sistematicamente ogni concetto ed idea di Europa unita per favorire il sorgere di vecchi ma non ancora arrugginiti nazionalismi e determinare l'implosione violenta di una immensa zona politica che dovrebbe essere nella realtà delle cose una sorta di Stati Uniti d'America bis. Un disegno che non piace a tanti e che spaventa diversi "vicini". L'ordine mondiale esiste, non è una favola od una leggenda metropolitana, o peggio ancora un complotto. Al caos creato per motivi ben specifici si risponde con  l'ordine o con un nuovo ordine. E' sempre stato così nella storia della nostra società. E questo ordine è messo violentemente in discussione con una guerra che ancora non si riesce a decifrare come tale.  La  terza guerra mondiale a frammenti, a pezzetti, come è stato detto più volte. E che continua, come è ordinario in ogni guerra, a produrre vittime, tante, troppe. L'Europa esiste ma nello stesso tempo non esiste. Un caso degno del migliore studio psichiatrico del nostro mondo. Continuiamo a celebrare uno zombie. Ed i terroristi a colpire uno zombie in fuga da se stesso. Il contrasto europeo al terrorismo è stato totalmente fallimentare. Sia a livello preventivo che a livello repressivo. La paura spinge a destra, è sempre stato così. Ed allora che ognuno pensi a se stesso verrebbe da pensare,  viva l'Italia, viva la Francia, viva la Spagna, viva la Germania ecc ecc solo che da soli si sarà più deboli e fragili in questo contesto nel quale siamo letteralmente prigionieri, non esiste e non può esistere una fortezza inespugnabile. Tutte le fortezze hanno un punto debole.  Dunque, quale la soluzione in una malefica strada che sembra essere senza più alcuna reale e concreta via d'uscita? 
Quanti lutti ancora dobbiamo avere prima di invertire radicalmente strada?

Marco Barone

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