La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

E’ stato il Governo di destra a volere la Commissione territoriale a Gorizia, ed ora la vogliono chiudere


Con l'articolo 12 del DPR 16 settembre 2004, n. 303- Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato- vista anche la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9 luglio 2004, si è disposta l'Istituzione in Italia di diverse Commissioni Territoriali, tra cui quella di Gorizia  competente a conoscere le domande presentate nelle Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige. Come è noto, poi, questa competenza verrà ridimensionata spostando alcune funzioni in Veneto, salvo che per le domande presentate in FVG.  Ma a Gorizia vi è poco da fare. Si è deciso in modo unidirezionale che la quota competente di richiedenti asilo da "accogliere" deve essere quella ben nota, che sarebbe forse anche inferiore ai parametri ministeriali e chi esce da questa quota può rimanere nel bel mezzo della strada. Anzi no, neanche ciò è più consentito. Praticamente banditi dal territorio di Gorizia. Sono intervenute diverse inchieste giornalistiche, trasmissioni televisive di carattere nazionale, è stato prodotta anche una denuncia articolata in Procura, è intervenuto MSF con un mero unicum in Italia, ma niente da fare. Si è sempre al punto di non ritorno. E guai a paragonare l'emergenza, anche se per il Governo italiano e per la Regione FVG non si può parlare di emergenza visto che nessun decreto in tal senso è stato mai disposto, che si è venuta a determinare a Gorizia dalla fine degli anni '40  quando la città ha dato rifugio a migliaia di istriani italiani che dovevano fuggire dalle regioni annesse alla Jugoslavia. Molti di coloro che si stabilirono in città, hanno avuto un ruolo importante nel plasmare nel suo dopoguerra l' identità nazionale e politica della città. Si parla di circa 5 mila esuli che hanno scelto come luogo Gorizia andando a costituire circa il 15 % della popolazione residente. Ma la solidarietà non è uguale per tutti. Ma cento, e ribadisco cento, richiedenti asilo, per come non gestiti, con la politica del fuori dalle pal..,hanno svelato tutta la disumanità di una città dimenticata anche da Dio. Con una destra che persiste nella chiusura di una struttura che ha voluto, per come oggi operante, proprio il governo nazionale di destra con Berlusconi e compagnia varia. Giusto per non dimenticare. Ma questa ignobile partita a ping pong giocata sulla pelle dei migranti deve finire quanto prima.

Marco Barone

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