Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dal Carso isontino a Trieste dove ancora è visibile più di un maledetto fascio

Se la Spagna ha praticamente rimosso tutti i simboli visibili del franchismo, come è noto lo stesso non può dirsi dell'Italia, che a partire dalla sua Capitale, Roma, ancora sono visibili diversi fasci ed a quanto pare forse anche tutelati dal punto di vista "artistico/storico" come se un fascio possa essere un bene artistico/storico da tutelare. D'altronde più di qualcuno ha evidenziato che nell'architettura fascista ma anche nel simbolo del fascismo vi è parte dell'identità italiana. Eppure basterebbe poco per fare piazza pulita di tutto ciò, se esiste tale norma, abrogarla, e rimuovere almeno tutti gli ultimi fasci rimasti in Italia. Perchè questa non è memoria storica, ma una porcata simbolica e storica da cancellare. Alcuni sono visibili anche in modo a dir poco invadente tra il Carso isontino e Trieste.  Come il cippo fascista dedicato a Corridoni, un mostro che violenta il bellissimo Carso, ma è a Trieste, anche nei luoghi meno visibili che se ne possono notare diversi, da quelli più noti in Piazza dell'Unità d'Italia, lì ove ogni tanto sventola un grande tricolore oltre che alla bandiera di Trieste, alla strada Costiera ad altri luoghi della città. Seguono alcune foto di alcuni fasci, simbolo della dittatura criminale fascista che ha devastato l'Italia, visibili a Trieste oltre al noto cippo fascista sul Carso isontino.
Marco Barone







Commenti

  1. « È un'infame invenzione di Mussolini, Corridoni non sarebbe mai stato fascista. Era troppo onesto, coraggioso, leale, per mettersi al servizio degli agrari! »
    (Giuseppe Di Vittorio La mia vita con Di Vittorio, 1965)


    « Il capolavoro mussoliniano in questa materia è stato però l'usurpazione dei cadaveri e la profanazione dei sepolcri. Non c'è chi possa dimenticare lo sfruttamento macabro di Corridoni, consumato dal fascismo »
    (Alceste De Ambris)

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