C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il concerto di Trieste per la sofferenza degli innocenti ed il discorso assurdo di Arguello al Family Day


Domenica 25 giugno, alle ore 20.30, piazza Unità d’Italia, ospiterà il concerto “La sofferenza degli innocenti”, organizzato da Diocesi, Comunità Ebraica e il Comune di Trieste. Si legge che "composta da Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, l'opera sinfonico-catechetica presenta la sofferenza di una madre ebrea, Maria di Nazareth, che vede uccidere suo figlio, una sofferenza inaudita che le attraversa l'anima, una spada, un dolore assimilato a quello di ogni madre davanti alla morte dei propri figli, vittime innocenti in tanti campi di concentramento come Auschwitz, Majdanek, Mauthausen, Treblinka, Trieste." Tutti coloro che parteciperanno a quel concerto dovrebbero avere ben ferme nella mente le parole assurde pronunciate da Argüello nel suo discorso, al Family day del 2015 a Roma,  tra le altre cose applaudito, con uno striscione enorme alle spalle con scritto "stop gender nelle scuole". Una riflessione che nasce sul femminicidio e da un caso di cronaca nera accaduto in Svizzera  dove un marito dopo la separazione aveva rapito le figlie per poi probabilmente ucciderle  e suicidarsi
"(...)Ci sono tanti casi di questo tipo, dicono che questa violenza di genere sia causata dalla dualità maschio-femmina, ma per noi non è così. Quest’uomo per noi ha ucciso le bambine per un’altra ragione. Se quest’uomo è ateo, secolarizzato, non va a messa nessuno gli conferisce l’essere come persona, ha solo una moglie che gli dà un ruolo: “Tu sei mio marito” e così lui si nutre dell’amore della moglie. Ma se la moglie lo abbandona e se ne va con un’altra donna quest’uomo può fare una scoperta inimmaginabile, perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, l'essere, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora questo richiama l’inferno. Quest’uomo sente una morte dentro così profonda che il primo moto è ucciderla. Il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico, siderale e orribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: “Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto? La sofferenza che ho?”. Uccide i bambini. Perché l’inferno esiste. Dio è amato, e amore. I sociologi non sono cristiani e non conoscono l’antropologia cristiana. Essere o non essere, ecco il problema vero. Non possiamo vivere senza essere amati. Il problema è che non possiamo vivere senza essere amati prima dalla nostra famiglia, poi dagli amici a scuola, poi dalla fidanzata e infine da nostra moglie". Un discorso che non merita alcun commento, ma una condanna ferma, anche da parte di chi a Trieste ha organizzato il concerto "la sofferenza degli innocenti".

Marco Barone
 

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