C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Quella dichiarazione triste di un PM di Trieste sul caso della morte della neonata



Quanto riportato dal Piccolo di Trieste come richiamato sulla stampa nazionale, in merito all'atroce caso della neonata abbandonata e poi morta, è veramente triste. Mi riferisco alle parole di un PM nei confronti del quale ho sempre nutrito profondo rispetto, per le sue inchieste, toste, su pagine buie della storia della Repubblica italiana:

Ripeto sono perplesso di come una cosa del genere sia potuta accadere di questi tempi in una famiglia triestina. Forse poteva succedere in una Sicilia degli anni ’40. Veramente sono perplesso e mi addolora anche il fatto che sia potuto avvenire in una città civile come questa



Quale il senso, quale la motivazione, di tale paragone? Nella civilissima Trieste negli anni '40 vi era l'unico campo di sterminio presente in Italia, anche se in quel tempo era sotto l'occupazione nazista. Si dirà, esempio non pertinente. Come non pertinente, triste ed infelice è quel paragone con la Sicilia degli anni '40, si sarebbe potuto dire come l'Italia degli anni '40 visto che vi erano regioni e località anche del Nord Italia dove accadevano episodi drammatici come quello che si è, ahimè, affermato a Trieste in una società sempre più cinica, priva di valori e dove non si parla più, non si dialoga più, dove la socializzazione è virtuale, dove la debolezza umana, le paure umane sono fragilità che non meritano comprensione alcuna. Pertini diceva che il popolo siciliano è un popolo forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di intelligenza questo popolo. In rete sono emerse diverse reazioni a queste dichiarazioni, parole forse impulsive, non pensate, non ragionate, si spera, ma che per quanto mi riguarda ti lasciano con un cattivo senso di amarezza in bocca. La Sicilia, pur con le sue problematicità secolari è stata sempre fonte di vita. " Sai cos`è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando." Così scriveva Leonardo Sciascia in Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia.

Marco Barone 

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