Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Un primo maggio sotto il segno dell'antifascismo ricordando la liberazione di Trieste e Gorizia


Ogni anno è sempre peggio. La società voluta dai partigiani è stata demolita, a partire dal diritto del lavoro, al lavoro. Oggi si è costretti, quando va bene, ad accettare un lavoro qualsiasi ed a qualsiasi condizione, c'è la crisi, dicono, prendere o lasciare ti ricordano. I Sindacati principali, pur con importante responsabilità, sono stati assenti, non hanno retto alle cannonate della "crisi". I valori storici della "sinistra" sono crollati. L'odio verso il diverso, l'intolleranza, la povertà, la libertà di stampa sempre più precaria, diseguaglianze sociali sempre più profonde hanno determinato una situazione dove da un lato i nazionalismi e dall'altro i neofascismi e neonazismi ritornano ad essere quello che son sempre stati, un mezzo per il capitalismo per spazzare via l'incubo socialista e comunista. Oggi il "pericolo" comunista e socialista non esiste più, esiste un conflitto all'interno del capitalismo, male assoluto della società, e fino a quando ci sarà il capitalismo sarà impossibile ogni forma reale e sostanziale di democrazia. Ci son voluti due conflitti mondiali per spazzare via il pregresso ordine sociale, mondiale ed economico. Doveva essere questo il centenario della rivoluzione russa. Nessuno avrebbe immaginato un centenario così tetro, cupo, grigio e con il rischio sempre più imminente di una guerra globale distruttiva. Ma il primo maggio è anche il giorno della liberazione dal nazifascismo in due località strategiche del Confine Orientale, Gorizia e Trieste. Continuano le provocazioni contro questa ricorrenza, tra divieti di stelle rosse, o bandiere rosse, o bandiere e simboli di chi ha vinto la seconda guerra mondiale sconfiggendo nazisti e fascisti.
Provocazioni sterili, banali, tossine nazionalistiche ottocentesche, ma sintomo di quel ritornare indietro che caratterizza il presente. Il miglior modo per difendere e rivendicare i diritti dei lavoratori, e lottare per una società opposta ed inconciliabile con quella attuale, è attuare, giorno dopo giorno, i valori dell'antifascismo ed è per questo che è necessario, ovunque, abbinare come avviene soprattutto a Trieste, il primo maggio al giorno della sconfitta dal nazifascismo, un secondo 25 aprile, perchè senza antifascismo non ci potrà essere alcuna liberazione all'interno del mondo del lavoro. Ed in ogni luogo il primo maggio dovrà emergere Smrt fašizmu, svoboda narodu! ovvero morte al fascismo libertà al popolo.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot