Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dietro il fascista più ingenuo c'erano crimini, dietro il partigiano più cattivo c'era un mondo di libertà


Nella serata del 12 aprile a Staranzano  Marta Cuscunà, artista e partigiana dei nostri tempi, ha letto diverse lettere partigiane,  dove si toccavano vari aspetti, e tutte unite da un solo filo, umanità e libertà. I partigiani ancora in vita sono pochissimi e noi abbiamo ancora oggi la fortuna di poter conoscere e convivere con un pezzo fondamentale di storia della nostra Repubblica, del nostro tempo. Quando non ci saranno più, andrà via con loro l'ultimo respiro partigiano, ma rimarrà con noi la libertà che hanno conquistato. Tra i vari passaggi ha colpito molto un messaggio lasciato da un partigiano che può essere succintamente riassunto in questo modo: 

Dietro il fascista più ingenuo c'erano crimini, dietro il partigiano più cattivo c'era un mondo di libertà

Ed è assolutamente vero. Perchè anche dietro il fascista più ingenuo o buono o meno fascistizzato che vi potesse essere, questo faceva parte di un sistema profondamente criminale, delinquenziale, dalle deportazioni, alla pulizia etnica. Gli italiani hanno dovuto subire due decenni di soprusi e barbarie, sono stati trasportati in una guerra catastrofica che ha profondamente menomato l'Italia ma che tramite il complesso e profondo processo della resistenza ha ritrovato il proprio riscatto. Un riscatto doloroso. Piazzale Loreto è stato il simbolo di tutto ciò. Il popolo si è sfogato contro il dittatore ed i gerarchi fascisti, si è vendicato nello stesso luogo ove vennero fucilati quindici partigiani. Vennero  i corpi appesi a testa in giù alla pensilina del distributore di benzina per essere sottratti alla furia del popolo milanese ed anche per essere visti. E' stata anche una conseguenza della mitologia del corpo come costruita dal regime fascista. Nessuno dirà mai che tutti i partigiani fossero degli angeli. Come si poteva essere angeli nell'inferno della guerra? Ma l'atto più impietoso compiuto da qualche partigiano od accaduto nel corso della resistenza, oltre ad essere un nulla rispetto a due decenni di dittatura fascista e successiva occupazione nazista, dietro aveva un mondo diverso, un mondo di libertà, di umanità. Un mondo dove le donne hanno conosciuto per la prima volta la parità dei diritti, un mondo dove popoli divisi dall'odio fascista, come sloveni, croati ed italiani, si uniranno. Un mondo che porterà a scrivere i principi fondamentali della nostra Costituzione, ed il contributo dato dalla Resistenza soprattutto nel Confine Orientale è stato determinante per la sconfitta del nazifascismo e per conseguire non la Costituzione più bella del mondo, ma certamente una delle più avanzate e soprattutto per segnare la via di quella Europa unita nelle diversità che i nazionalismi di oggi, come quelli di ieri, minano quotidianamente. E' questa la differenza sostanziale. E le operazioni di chi va a caccia di crimini compiuti da partigiani, che avrebbero come fine quello di paragonare alcuni partigiani, alcune forme di resistenza ai nazifascisti, sono fallimentari e ridicole fin dall'origine, perchè quello che ne segnava la sostanziale differenza era ciò che si aveva alle spalle ed il futuro che si voleva costruire. Due mondi opposti, incompatibili, inconciliabili e che si sono fatti la guerra ed in questa guerra chi ha perso è stato il nazifascismo e non poteva che essere così, contro l'ideale di libertà, uguaglianza e fratellanza, e queste non sono parole, non è noiosa retorica, ma una semplice rappresentazione della realtà fattuale.


Marco Barone

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