Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dalla svastica sulle rive dell'Isonzo al plurilinguismo


Ora "fiume sacro ai popoli d'Europa" dicitura che ha fatto imbestialire i soliti quattro gatti nostalgici di un nazionalismo anacronistico, da antiquario, l'Isonzo è un fiume che continua a fare discutere. Da un lato emerge la peculiarità di questa zona, nei pressi di Gradisca. Un cartello dove si riporta anche in arabo il giusto comportamento da osservare. 
D'altronde è proprio a partire dai divieti o dai regolamenti che si percepisce il tipo di frequenza che vi è in una data zona. E l'arabo è dovuto alla costante presenza di tanti richiedenti asilo presenti in zona. Una presenza che ha creato problemi ad alcuni, per i motivi ben immaginabili e che qui risparmio. Ma non risparmio quella meschinità che qualche distorto mentalmente, che ha problemi certamente di carattere esistenziale, ha voluto imprimere sulla riva dell'Isonzo. Un sasso ben visibile ed una svastica nera. Simbolo del male assoluto, simbolo del nazismo, bestialità pura che offende profondamente la storia di questo territorio e soprattutto il fiume Isonzo.  Ma alla demenza delle persone non vi è mai fine.


Marco Barone 

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