Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Il cuore nel pozzo, disgustoso film storico sdoganato su Rai tre. Ma è stato un fallimento

Per la terza volta sui canali Rai, per due volte con il Governo Berlusconi, per la prima volta con un Governo a motore PD, e per la prima volta sdoganato sul canale storico della sinistra, Rai Tre ed in prima serata. Ma è stato un grande fallimento. Solo 1.082.000 spettatori pari ad uno share del 4.11%. E non poteva essere altrimenti. Un film fazioso, con tanti errori, ed anche orrori storici. Un film che in passato ha sollevato funeste reazioni, più in Croazia che in Slovenia, oltre che in Italia. Un film che segue sempre lo stesso metodo che caratterizza il giorno del ricordo, che in questo 2017 ha segnato passi in avanti, basta pensare alle bandiere a mezz'asta ovunque, manca solo il minuto di silenzio, nel giorno, poi, del Trattato di Pace del '47, imposto, giustamente, all'Italia, Paese aggressore e che ha perso la guerra. Sembrava di essere a lutto più che per questo che per altro.
Un film dove fin dall'inizio i partigiani jugoslavi e l'esercito di liberazione jugoslavo, vengono identificati in "titini" in tutta la loro brutalità, sparando contro chi si era arreso con le mani alzate. La musica, quando le scene si concentrano sui "titini" diventa tesa, quando si concentra sugli italiani, dolce, da tenerezza. Italiani vittime, titini violentatori, stupratori, assassini, senza cuore che uccidono una infinità di civili, donne, uomini, bambini, per poi gettarli nelle foibe. Si continua a ripetere oggi, in Italia, con estrema ignoranza, che le foibe avrebbero prodotto centinaia di migliaia di vittime. Falso, quando ad oggi le salme effettivamente rinvenute di "infoibati" veri e propri finora sono circa un migliaio. Così come è passata la persecuzione passionaria contro gli italiani, in quanto italiani, riducendo il tutto ad una banale vendetta. Una vendetta per quello che hanno subito gli slavi, dai libri bruciati, alle professioni negate, alle epurazioni, ed espulsioni. Una equazione tanto semplice quanto banale come il male assoluto. Si presentano quelle terre come se fossero state sempre italiane, quando non è così, visto che il Regno d'Italia vi ha messo piede solo dopo la fine della prima guerra mondiale, senza dimenticare l'aggressione alla Jugoslavia insieme alla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. Insomma un concentramento di mistificazioni, che facevano quasi rimpiangere i nazisti, tanto che tra il comportamento dei titini e quello dei nazisti dall'immaginario collettivo può ben non essere stato percepito senza alcuna sostanziale differenza. Si ragiona per estrapolazione, si prende un piccolo pezzo di storia, senza raccontare il passato profondamente criminale fascista, si attua il ragionamento italiano uguale a fascista, e l'italiano è vittima di un vero e proprio eccidio e pulizia etnica, quando non è stato così. Una porcata dal punto di vista storico pazzesca, che ha generalizzato la storia, ricorrendo alla strumentalizzazione dei bambini, come sempre accade quando si raccontano queste vicende, per meglio coinvolgere il pubblico e più far odiare i comunisti partigiani jugoslavi, presentati come stupratori, barbari assassini e privi di ogni senso minimo di umanità. Il fatto che sia stato sdoganato su Rai tre è una cosa indicibile, conforta certamente l'insuccesso, ma questa roba, passata per film storico sul giorno del ricordo, rischia veramente di diventare il simbolo mediatico sul giorno del ricordo, giorno ove si mescolano foibe ed esodo, dove si registra una schizofrenia pazzesca, dove il lume della ragione salta, in nome e per conto di quel nazionalismo becero che ha dato la possibilità, tramite il revisionismo, alle peggiori destre e neofascismi di riscattarsi in tale giorno, perchè questo giorno, per come nato ha un cuore profondamente nero e finito nel pozzo del torto. E non è una cosa da poco. Penso che in Slovenia e Croazia dovrebbero preoccuparsi, per il fatto che questo film sia stato trasmesso su un canale storicamente di sinistra ed in tale giorno.

Marco Barone

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