C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Quelli che dicono "proteggiamo le nostre donne" solo quando le violenze son compiute da stranieri

Quella delle violenze sessuali, molestie sessuali, è una piaga enorme, che perdura da secoli. Pur essendo e vivendo in una società profondamente moderna, con mille innovazioni dal punto di vista tecnologico, certi precetti, che traggono origine dalla Bibbia o dal Corano, quale la supremazia dell'uomo nei confronti della donna persistono. Però né la Bibbia né il Corano prescrivono di esercitare violenze sessuali nei confronti delle donne. Il Corano, ad esempio, nel verso 30 An-Nûr (La Luce) prescrive chiaramente il comportamento che dovrebbe avere l’uomo nei confronti della donna  " Di' ai credenti di abbassare il loro sguardo e di essere casti. Ciò è più puro per loro. Allah ben conosce quello che fanno." Un chiaro ordine rivolto ai credenti, ai mussulmani, che non devono guardare in maniera lussuriosa le donne( che non siano le loro mogli). E se non possono guardarle, figuriamoci toccarle. Se osserviamo le casistiche, le statistiche, la maggior parte delle violenze o tentate violenze avvengono tra le mura domestiche, e la maggior parte delle violenze sono commesse da italiani. Così come, spesso, le vittime non sono solo donne italiane, ma anche straniere. Cosa che però alla stragrande maggioranza degli "italioti" che si indignano quando accadono violenze sessuali o tentate violenze contro italiane non turba. 
Però, quando una violenza o tentata violenza, è commessa da uno "straniero" o peggio ancora da un richiedente asilo, si apre la voragine dell'ipocrisia. Giù le mani dalle nostre donne, si sentirà dire, urlare. E' certamente vero che qualsiasi reato compiuto da uno straniero, proprio perchè straniero, è percepito come più fastidioso, intollerante, anche per quel sentimento di razzismo che ancora sussiste in Italia, spesso si coglie il vento favorevole per generalizzare e strumentalizzare il tutto in modo becero. Anche perchè l'Italia è l'ungi da essere luogo cosmopolita. Peggio ancora quando un simile atto è compiuto da un richiedente asilo- E' certamente più deprecabile stante proprio il suo status. Ed anche perchè rischia, vista la situazione come sussistente in Italia che è un Paese che vive di mille paure funzionali alle politiche di chiusura, di danneggiare la totalità dei richiedenti asilo che sono persone oneste.  Non faccio alcuna differenza tra italiani e non italiani che commettono violenze sessuali, mi fanno entrambi schifo e vanno puniti duramente. Ma quelli che dicono "proteggiamo le nostre donne" solo quando certi fatti accadono e sono compiuti da stranieri, farebbero bene solamente a stare zitti. Il problema che accomuna stranieri e non stranieri è l'ignoranza diffusa, il maschilismo, il considerare la donna come oggetto, come persona che deve solo lavare i piatti od "allevare" i figli senza altra prospettiva sociale, la supremazia maschile che guidata dal proprio istinto animalesco e dal propria forza muscolare realizza una delle cose più vigliacche che ancora esistono in questa società.

Marco Barone

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