In questi ultimi mesi in FVG pare che vi sia una grande fissazione, decoro, contro degrado, e viene presentata la nostra regione quasi fosse una terra di nessuno. Qualunquismo politico funzionale a legittimare sistemi repressivi e di tanti piccoli diffusi stati militarizzati, che magari possono anche accontentare il popolino inferocito della rete, ben rappresentato dall'ultimo personaggio di Crozza, ma nella realtà delle cose si dimostrano essere palliativi estetici in una terra che è tra le più sicure d'Italia. Certo, è innegabile che dei problemi vi sono, ma spesso si tratta di questioni sociali che devono essere affrontate esclusivamente dal punto di vista sociale. Altro discorso quello delle mafie, che va analizzato a parte, poiché si tratta di una piaga che è ben radicata anche nella non più isola felice del FVG.
L'ISTAT evidenzia che in via generale rispetto al genere, si sentono più a rischio le donne rispetto agli uomini, analogamente a quanto accadeva nel 2009. Le donne che dichiarano di aver avuto paura di stare per subire un reato sono il 7,3%, mentre gli uomini, il 5,7%. I giovani nella fascia di età 20-24 anni, più degli altri, dichiarano di aver avuto paura di stare per subire un reato (10,5%); lo stesso accade sia tra gli uomini di questa età (8%) sia tra le donne (13,1%). La frequenza con cui si osservano elementi di degrado sociale e ambientale nella zona in cui si vive - indicatore complessivamente in miglioramento - fa registrare i valori più alti nel Centro (18%), mentre il Nord e il Mezzogiorno si attestano su percentuali inferiori (rispettivamente 10,8% e 10,6%) rispetto alla quota nazionale. Dal 2009 il miglioramento è più forte al Nord e al Sud, mentre il Centro registra una relativa stabilità, dovuta soprattutto al Lazio (in questa regione una persona su quattro dichiara di osservare spesso elementi di degrado sociale e ambientale) e Toscana. Tra le regioni peggiora, invece, la Calabria e migliorano Puglia e Campania. Quest’ultima, in particolare, migliora su tutti gli indicatori di percezione considerati.
Nel 2016, il valore di minimo si osserva nel Friuli-Venezia Giulia (4,2%), Basilicata (5%), Marche, Valle d’Aosta e Veneto (tutte con valori sotto il 7%). Che ognuno tragga le sue oggettive riflessioni.
Marco Barone
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