La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Non sarà l'Italia ad uscire dall'Euro, ma sarà l'Euro a buttare fuori l'Italia

Comunque vada il 4 dicembre, sia che vinca il sì, che il no, è già chiaro quello che accadrà. Si vive in una società che dopo la famigerata crisi, che crisi non era, del 2007/2008,  ha visto la democrazia venire demolita, giorno dopo giorno,  e chi oggi governa è una oligarchia finanziaria importante. Lo dicono i mercati e dunque si deve fare. Chi sono questi mercati, nessuno lo ha mai capito. Numeri, cifre, dati, linea che sale, linea che scende, milioni di miliardi bruciati in un niente. Caduta la democrazia, ridotta oggi ad una brutta copia di una tragicommedia del terzo millennio, ci sono tutte le indicazioni che lasciano intendere un qualcosa che sarà inevitabile. In Italia è rimasto ancora poco da comprare, da vendere, pochi beni su cui speculare. Sicuramente in testa vi è la sanità, più qualche altre grande o piccola devastazione ambientale in un Paese che alle prime piogge frana, si allaga, alle prime scosse di terremoto crolla. Siamo ridotti malissimo, l'Italia è allo sfascio più totale. Ma ancora qualcosina da mangiare esiste. L'Italia non è il Regno Unito, che non ha mai realmente fatto parte dell'UE e mai aderito all'Euro. L'Italia senza l'euro collassa, e non può permettersi di uscire, ma quello che invece accadrà è che sarà l'Euro a buttare via l'Italia dal suo circuito. La globalizzazione ha vinto, ha vinto perchè la distribuzione delle ricchezze vi è stata in una sola direzione, come giustamente mi è stato fatto osservare, dunque non è vero che la distribuzione delle ricchezze non vi è stata, vi è stata, ma unilaterale a favore dei ricchissimi. Ha vinto il capitalismo più brutale, sono state annientate le sinistre, perchè quelle governative hanno spianato la strada al disastro sociale che oggi ben conosciamo. Il nazionalismo non è la soluzione, ma è la cosa più probabile con cui si dovrà fare i conti, le parole d'ordine saranno sovranità nazionale, sovranità monetaria, prima gli italiani. Concetti fatti propri dai neofascisti. Ma alla fine saranno palliativi, perchè l'Italia con il suo debito pubblico è nelle mani di strozzini, non ha potere decisionale, non è libera, non è autonoma, non è indipendente, e questi processi li si potranno conseguire o con una guerra civile, i cui segnali ci sono già, vedi l'ira irrazionale sulla questione immigrazione, o semplicemente con il gettare il nostro Paese nel primo cesso disponibile, dopo averlo depredato, e manca poco. Ed a quel punto si sarà realizzato il sogno di tanti, la Repubblica delle banane dove diventeremo tutte scimmie isteriche, con tutto il rispetto che possa nutrire per le scimmie, ritornando allo stato di inciviltà più assoluta, dove sarà il capo a governare una massa di sbandati, che a colpi di slogan, detti dannunziani del terzo millennio, si crederanno di essere una potenza, ma alla fine altro non saranno che una miserabile pagliacciata ed espressione del più meschino decisionismo, ma che non farà ridere per niente, ed anche in questo caso mi scuso con i pagliacci di professione, a cui va tutta la mia stima.

Marco Barone

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