Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La scuola pubblica voterà no al referendum costituzionale,anche per sanzionare la "buonascuola"



Lo sciopero di maggio 2015 è stato epocale. Poco più del 72% del personale della scuola ha scioperato contro la peggiore Legge in materia d'Istruzione mai scritta, e soprattutto scritta contro la volontà della maggioranza assoluta della comunità scolastica. Purtroppo, sappiamo come è andata a finire. Son finiti i tempi dove la democrazia contava qualcosa, dove la volontà del popolo aveva un peso. Son finiti i tempi dove la legge sul divorzio è stata possibile con un governo mica comunista. Perché in quel tempo il popolo aveva un peso, contava. Poi con il susseguirsi delle leggi e leggine elettorali la democrazia è stata ridotta ad un misero spettacolo. Sono i poteri economici, finanziari che governano con le loro marionette od espressione del potere considerato. Una legge disastrosa quella della "buona scuola". Che ha trasformato le scuole in vere e proprie caserme, strada spianata dai precedenti governi, ma ora il dado è tratto. Il diritto di critica è ai minimi termini, perchè se stai sulle palle al sistema questo può oltre che sanzionarti in modo pesante, e valutari in modo negativo, sballottarti da una parte all'altra d'Italia. Pensa ai cazzi toi si direbbe in calabrese. Già. Però ci sono momenti in cui la vendetta può essere esercitata. E quale migliore occasione del 4 dicembre? Due piccioni con una fava, anche se poi in pochi conoscono l'origine del due piccioni con una fava, ma poco importa. Un no per contrastare una riforma decisionista, che centralizza tutto nelle mani di pochi, in un sistema fortemente e complessivamente antidemocratico, dove sarà più facile dichiarare lo stato di guerra, dove sparisce ogni rappresentanza slovena dal Parlamento, certo cosa che interessa a pochi, ma emblematica del tutto, dove entro 70 giorni il governo "costringerà" il parlamento a far approvare quello che minchia decide,  alla faccia della separazione tra potere legislativo ed esecutivo, dove sparisce il CNEL, che oggi non funziona bene, è vero, così come è vero che i costi attuali riguardano dipendenti e la Villa che lo ospita ( costi che ci saranno  anche dopo la sua abolizione eventuale) anziché demolirlo andrebbe riformulato, perchè serve un minimo organo intermedio tra le varie parti sociali nel mondo del lavoro, dove lo Stato supererà ogni resistenza democratica territoriale per le grandi opere reputate strategiche a livello nazionale, TAV docet ecc ecc ecc.  Ed un no per mandare a casa uno dei governi più antipatici d'Italia. Sono poco più di un milione i dipendenti nella scuola, se poi ci mettiamo famigliari e non solo, può venir fuori un bel pacchetto di voti per fare un bel pacco di regalo al governo che più sinistro non si può, forse.

Marco Barone

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