La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dopo il servizio di Piazzapulita su Monfalcone solo il Sindaco di Monfalcone ha preso una succinta posizione

Il servizio di Piazzapulita su Monfalcone ha scatenato un putiferio di reazioni in rete. E' stata solo toccata la punta del problema. Come è noto e chi ben segue le dinamiche territoriali e le conosce in modo profondo qualche interrogativo dovrebbero porselo. Alcuni si son lamentati che la stampa locale non ha dato seguito a quanto denunciato dal noto programma televisivo. O pone poca fiducia nell'operato della Magistratura. 
Per quello che mi risulta, guardando al principale quotidiano diffuso nel nostro territorio, sulle problematiche della Fincantieri, è sempre stato attento. Attento sul problema dell'amianto, e non ci è andato mica a mano leggera sul ritiro di costituzione di parte civile del Comune a due giorni dalla sentenza. Attento alle questioni del caporalato che nel 2015 hanno condotto ad alcune condanne, attento agli scontri tra lavoratori, pensiamo alla questione dell'integrativo, attento alla questione della vigilanza armata all'interno del cantiere, per non parlare di tutti gli altri mille problemi che ruotano intorno a questo complesso ed organico mondo. Ogni organo ha i suoi tempi, modi e metodi di procedere, a volte TV e stampa possono essere complementari a volte no. A volte conviene battere il ferro quando è bollente, a volte aspettare, muoversi a freddo. A volte muoversi diversamente.
Lo stesso discorso vale per la Magistratura. Che qui non ci è mai andata con la mano leggera, anzi, pensiamo all'ultima vicenda, sempre nel 2015, dove è stato disposto un provvedimento dal quale è poi derivato la sospensione dell’attività lavorativa di tutto il personale coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone. Come dimenticare l'intervento del Governo con un decreto ad hoc? Per sbloccare la situazione? A dirla tutta forse da tanti è stato dimenticato.
Quello che dovrebbe far sorgere interrogativi, almeno guardando in rete, è la mancanza di una presa di posizione netta e chiara da parte della politica che conta. L'unico intervento da segnalare è quello dell'attuale Sindaco di Monfalcone:

"Dopo il servizio di La7 sul caporalato ci sono anche le prove video. Serracchiani imbarazzante." Poche righe, che possono voler dire tutto, ma anche meno del tutto.
La cui forza politica è distante mille universi dal sottoscritto, ma che ha vinto le elezioni, con il 60% di chi si è recato al voto, cioè circa il 50% della popolazione, percentuale bassissima nella storia di Monfalcone. Ma è quella che in questo momento viene vista come l'unica che può difendere i cantierini. Anche se poi bisogna capire cosa oggi si intende per cantierino.
Ed ovviamente lo farà a modo suo, con la sua visione e prospettiva del mondo. I Sindacati presenti all'interno dei cantieri, come hanno reagito? E perchè, dopo i fatti del 2015, non è emerso nulla che facesse emergere il problema sul caporalato, che in pochi minuti è stato mandato in TV in tutta Italia? Per non parlare del problema delle buste paga, noto soprattutto agli addetti ai lavori, ai lavoratori. Ma quello che ci si chiede è come affrontare il tutto? Sicuramente non sarà necessario il messia di turno, che rischia di fare più danni che altro. Serve analisi, comprensione del fenomeno, intervento delle Istituzioni, dell'opinione pubblica, e creare sinergia perchè il tutto possa radicalmente mutare severamente rotta. Non penso che oggi ci siano le condizioni reali per determinare uno stato di conflittualità con la Fincantieri. E ciò non può essere fatto dall'esterno. Questa è la verità. Piaccia o non piaccia è così. Perché, ognuno, per i suoi mille motivi, non si espone e non si esporrà. Si è frantumata la solidarietà, esiste l'omertà, il timore, e soprattutto non esiste, oggi, una forza politica di sinistra che possa raccogliere il tutto, ma andrà, eventualmente, costruita, e ci vorranno anni. E soprattutto non con chi ha fatto macerie della sinistra.  
Questi sono i fatti, ad oggi. Il resto solo chiacchiere da bar dove bere il peggio petes.

Marco Barone
 

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