Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'ennesimo intervento della Presidente della Regione su Fincantieri è inutile assist elettorale per Monfalcone?

Sono anni che la Presidente della Regione del FVG, in determinati momenti, parla della questione degli appalti nel sistema Fincantieri. Per esempio ciò è accaduto nel 2015 quando in una specifica riunione dove si è approfondito il problema della trasparenza negli appalti e le conseguenze sul tessuto sociale del mandamento Monfalconese il prefetto e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali sottolineavano la necessità di rinnovare e migliorare il Protocollo sulla trasparenza degli appalti sottoscritto con Fincantieri nel 2007. Ma segnalazioni simili sono accadute anche in passato, basta fare una ricerca su internet. Dunque niente di nuovo in pentola quando è stato affermato: "le dichiarazioni in tema di appalti e subappalti alla Fincantieri di Monfalcone fatte dalle organizzazioni sindacali in occasione del Giubileo della Misericordia "sono gravi e l'Azienda ha il dovere di verificare e capire se effettivamente sono casi che sono accaduti all'interno dello stabilimento". Fincantieri ha risposto nel modo che conosciamo, "nel solo 2015, 143 visite ispettive, 110 nel 2014 e che, quindi, se ci fossero state eventuali irregolarità queste sarebbero emerse." Il problema è che la Fincantieri di Monfalcone conta solo 1.500 dipendenti diretti, ed una media di 5.000 occupati dell'indotto, 670 dei quali legati alla fabbrica navalmeccanica da contratti di somministrazione. Esternalizzazione del lavoro, frammentazione, divisione, che hanno compromesso non solo l'uguaglianza in materia di diritti ma anche l'unitarietà della lotta, situazioni che poi hanno manifestato le conseguenze ben note nel problema di convivenza sociale sussistente a Monfalcone. Dunque, può essere considerato come assist elettorale in vista del ballottaggio a Monfalcone il tutto? Visto che nulla di nuovo è emerso? A Monfalcone non verrà mai perdonato che per i 44 operai ammazzati dall'amianto, il Comune abbia revocato la sua importante costituzione di parte civile nel processo amianto bis e poi alle porte della sentenza. Così come è veramente ignobile che il tutto venga strumentalizzato per fini elettorali da certe soggettività politiche che non risulta abbiano realmente mosso, prima, un dito in materia.  Non dimentichiamoci comunque che la Fincantieri è controllata 72,5% da Fintecna S.p.A che a sua volta è controllata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti che a sua volta è controllata all'80,1% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Ergo la proprietà in sostanza è dello Stato italiano che come ci ha insegnato diverse volte più che affermare un concetto di stato di diritto, ha concretizzato un diritto per lo Stato, e di questo se ne deve sempre tenere conto. E l'ultima vicenda che ha riguardato proprio il caso sequestro preventivo e decreto d'urgenza da parte del Governo, docet certamente. Quello che serve a Monfalcone è una sinistra che sappia stare dalla parte del mondo del lavoro, dei diritti dei lavoratori, che sappia sostenere le lotte operaie,senza compromessi, che sappia guidare le lotte operaie, una sinistra tutta da ricostruire e sicuramente ciò, a parer mio, non potrà accadere con quel partito che a livello nazionale ha distrutto l'articolo 18, estremizzato la precarietà, la flessibilità, che si chiama PD.

Marco Barone  

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