C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Chi non conosce la storia dell'ANPI farebbe bene a stare zitto

L'ANPI, che conta più di 100.000 iscritti, è tra le è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Venne costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, il 5 aprile del 1945, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani ed il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord, venne costituita a Milano l'ANPI – Comitato Alta Italia. Il 27 giugno del 1945 il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all'ANPI Nazionale. 
Questa associazione ha avuto un ruolo determinante anche per la nostra Costituzione. Ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il settembre 1945 e il referendum istituzionale dell'anno successivo. Lo Statuto dell'ANPI è chiaro quando dice che ha come scopo quello di valorizzare in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria; far valere e difendere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese; tutelare l’onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione; mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi, ecc. Non esiste l'ANPI giuliana. Esiste solamente l'ANPI. 
E' vero che esisteva l'organizzazione dei Partigiani Giuliani, e nel luglio del 1947 emerse una importante diatriba tra l'ANPI della provincia di Gorizia e l'Associazione Partigiani Giuliani. Con l'imminente ratifica del trattato di Pace i Partigiani Giuliani, come è storicamente noto, aderirono legittimamente alla VII Repubblica federativa Jugoslava, e l'ANPI evidenziava che, con riferimento al goriziano e monfalconese, queste terre sarebbero state “restituite alla Madre Patria” e l'ANPI in quel momento era l'unica associazione ad essere riconosciuta dalla Repubblica Italiana. Poi, il fatto che molti dell'associazione Partigiani Giuliani confluirono nell'ANPI è un fatto legittimo e proprio dello spirito inclusivo dell'ANPI e della storia della nostra resistenza. 
Nel 1944 si definiranno importanti cooperazioni tra il IX Corpus e le brigate Garibaldi ecc. Il 7 maggio del 1944, nel testo dell'accordo di collaborazione tra la brigata Garibaldi Friuli ed il Briski Beneski Odred, emerse a chiare lettere che, in merito alla questione dei confini "sono oggi lasciate in sospeso e rinviate dopo la vittoria comune solo le questioni dei confini e la sorte dei territori nazionalmente misti o che comunque possono essere oggetto di discussione”. Dunque i partigiani italiani e sloveni hanno combattuto insieme per restituire la libertà ai nostri popoli e se non ci fosse stata la resistenza Jugoslava forse oggi si racconterebbe una storia diversa. Poi, quello che è accaduto dopo il primo maggio del 1945 è altra storia. E comunque non ci si deve dimenticare che nel maggio del 1945 a Trieste per contrastare l'avanzata dei partigiani Jugoslavi e l'avvento del comunismo, i cosiddetti democratici cercarono accordi con i nazisti e la XaMas, cioè se da un lato combattevano i nazisti, dall'altro, sottobanco, come dimostrano documenti della CIA, cercavano accordi per fermare l'avanzata dei comunisti e dei partigiani. Pare che ultimamente vi sia la moda, da parte di qualcuno, nelle nostre zone, di non aver altro da fare che sparare a zero contro l'ANPI. Certamente l'ANPI è in fase di trasformazione, e non tutto forse funzionerà alla perfezione, ma merita, per la sua storia, assoluto rispetto ed è oggi l'ultima barriera contro le barbarie per la salvaguardia della nostra democrazia, nostre libertà e nostra Costituzione ed ha tutti i sacrosanti diritti di questo mondo di parlare nelle nostre scuole, anzi, il rapporto con le scuole va assolutamente rinforzato, cosa che provvederemo a fare.

Marco Barone

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