Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

No alla fascia tricolore e che nessuno vada in nome del Comune di Ronchi a celebrare D'Annunzio

Una presa di posizione chiara, netta, quella che è stata assunta dall'ANPI sezione di Ronchi, in merito alla oramai nota celebrazione del duce mancato, quale D'Annunzio e dei suoi legionari, con i quali è andato ad occupare Fiume, che molti si scordano essere oggi una città croata, e che venne annessa all'Italia nel 1924 per e con il fascismo. Che nessuno vada a rappresentare il Comune di Ronchi, come già accaduto in passato, ove emersero equiparazioni assurde tra quella marcia di occupazione e la storia partigiana di Ronchi, e soprattutto che non ci vada con la fascia tricolore o con il gonfalone. Su questa vicenda abbiamo scritto molto, siamo intervenuti diverse volte, ricordo il post su GIAP l'iniziativa Ronchi dei Partigiani, il cui esito sarà anche un corposo libro. Il 2019 è in arrivo, ricorrerà il centenario di quella scellerata impresa militare, ed il miglior modo per ricordarla è condannarla, non celebrarla od esaltarla. Così come rimane in piede la questione sul titolo del Legionari di Ronchi, ci vorrà tempo, ma si arriverà anche formalmente a fare giustizia, tramite un processo democratico, ovvero ad eliminare quel maledetto dei legionari che offende completamente la memoria e la storia antifascista di Ronchi.
Segue il comunicato stampa dell'ANPI di Ronchi: 


Come direttivo dell'ANPI di Ronchi esprimiamo le seguenti considerazioni in merito alla solita celebrazione della marcia di occupazione di Fiume e celebrazione di D'Annunzio che si svolgerà il 12 settembre. Partiamo dalle parole di Bacicchi quando disse che "l'impresa fiumana di D'Annunzio e dei suoi Legionari fu un nocivo attacco a un debole regime liberaldemocratico e una marcia lungo una strada che portò non solo alla periferica Fiume ma fu propedeutica a quella fascista su Roma" e che "i valori, che giustamente onorano il gonfalone di Ronchi e la storia della sua gente, non si possono confondere con la storia politica di D'Annunzio e dei suoi Legionari che tali valori contrastano".
 Il 12 settembre l'unica cosa che vi è da onorare e rispettare è l'inizio della battaglia partigiana di Gorizia. Ricordiamo anche che il Monumento a D'Annunzio, come emerso da alcune ricerche di storici locali, in ricordo dell'Impera di Fiume, impresa nel senso di marcia militare, ove tra olio di ricino, manganelli,violenze e razzismi,tra croati definiti come schiaveria barbarica, scimmie e mandrie di porci, è stato realizzato, su un terreno privato concesso da coniugi triestini per lire una, progettato nella sua parte finale da un architetto risultante essere tra i fondatori del Sindacato Fascista degli Architetti, non è stato voluto sul territorio del Comune di Ronchi per i seguenti motivi:

"Deliberazione del Consiglio comunale n. 36, Prot. N. 4992 del 12 luglio 1960 (...) che tale impresa sul piano storico come oramai riconosciuto da tutta la storiografia non china ad interessi di parte, anticipa sul piano politico, ideale nonché organizzativo il movimento fascista (esaltazione nazionalista,violenza armata ecc) tenuto che nel momento presente, e la cerimonia che lo inaugurerebbe si risolverebbe di quei precedenti e costituirebbe indubbiamente cattivo contributo ad una serena interpretazione storica della quale più che mai si deve sentire la responsabilità di fronte alle nuove generazioni in vista della impegnativa edificazione di rapporti politici basati sul rispetto reciproco e sulla specifica collaborazione internazionale secondo la lettura e lo spirito della Costituzione, tenuto altresì conto delle tradizioni popolari ed antifasciste della popolazione di Ronchi, mentre si rammarica che gruppi politici ed organizzazioni di massa che dicono di ispirarsi ai valori della Costituzione e dell'antifascismo non scindono le proprie responsabilità dall'iniziativa in corso". Auspichiamo, pertanto, che nessuno vada a rappresentare il nostro Comune a quella "celebrazione" e soprattutto che nessuno ci vada con la fascia tricolore, per rispetto dei valori antifascisti, e della Medaglia d'Argento al Valor Miltare per attività partigiana di Ronchi.  Direttivo ANPI sezione Ronchi

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