Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quale lo stato di sicurezza delle scuole del FVG in caso di terremoti? A dicembre 2015 finanziate solo 4 scuole

Quando vai sul sito della protezione civile, nella sezione terremoti, leggi: "Negli ultimi mille anni, circa 3000 terremoti hanno provocato danni più o meno gravi. Quasi 300 di questi (con una magnitudo superiore a 5.5) hanno avuto effetti distruttivi e addirittura uno ogni dieci anni ha avuto effetti catastrofici, con un’energia paragonabile al terremoto dell’Aquila del 2009. Tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti, ma i terremoti più forti si concentrano in alcune aree ben precise: nell’Italia Nord-Orientale (Friuli Venezia Giulia e Veneto), nella Liguria Occidentale, nell’Appennino Settentrionale (dalla Garfagnana al Riminese), e soprattutto lungo tutto l’Appennino Centrale e Meridionale, in Calabria e in Sicilia Orientale. Anche tu vivi in una zona pericolosa, dove in passato già si sono verificati terremoti o se ne sono avvertiti gli effetti. E ciò potrà accadere ancora in futuro." Dunque almeno un terremoto catastrofico ogni dieci anni, anche se ultimamente pare questa media essersi abbassata. Ogni volta assistiamo sempre alle solite scene, si ripetono sempre le stesse dinamiche, si invoca sempre l'irripetibile modello del Friuli, irripetibile perché la società attuale è totalmente corrotta, ogni volta si accendono i fari dell'attenzione su alcuni beni primari, come ospedali, scuole ecc. L'Italia è un Paese semplicemente andato in malora, si devono incrociare le dita. La prevenzione non è voluta, la speculazione è voluta. Senza voler generalizzare si può ben dire che in via complessiva la maggioranza delle nostre scuole non sono sicure, i nostri ospedali non sono sicuri, le nostre case non sono sicure. Ma sicuri sono gli sperperi per opere faraoniche ed inutili per la collettività.  Soffermandoci sulla problematica scuola, che è il luogo più delicato della nostra società, quale la situazione? Nel 2009, dopo il terremoto dell’Aquila, lo Stato ha avviato un piano nazionale per la prevenzione sismica, che prevede lo stanziamento alle Regioni di circa un miliardo di euro in sette anni con diverse finalità. In FVG al 17 dicembre 2015  si segnalano interventi mirati  nel 2008 per una scuola elementare di Maniago, una scuola media di Udine, una scuola elementare di Fiume Veneto nel 2012, una scuola media di Udine nel 2012. Quale lo stato di sicurezza antisismica delle nostre scuole? Visto che buona parte del FVG è ad alto rischio sismico, ed il resto del territorio non totalmente immune? 
Marco Barone

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