Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Centenario della prima presa di Gorizia. Praticamente ignorato a livello nazionale ed anche dai goriziani




Non voglio qui affermare e ricordare concetti che dovrebbero oramai essere ben noti.
Ben noti dovrebbero essere i tanti caduti, o meglio le migliaia di morti, italiani ed austriaci, letteralmente massacrati, e non morendo con viva l'Italia in bocca, o viva l'Austria in bocca, ma invocando solo la propria mamma, od amata od amato, nel caldo agosto del 1916 per la battaglia di Gorizia,


ben noti dovrebbero essere i ricordi di una città letteralmente distrutta, e che ha accolto le truppe italiane in un deserto vero e proprio.


Ben noto dovrebbe essere che l'interventismo è stata la madre del fascismo, così come ben noto dovrebbe essere che nazionalismo e militarismo, sono l'opposto del patriottismo e solo male all'Italia ed a Gorizia hanno fatto.Voglio qui porre l'attenzione sul fatto che quello che doveva essere l'evento degli eventi, per quanto concerne i fatti della prima guerra mondiale e non solo, è stato praticamente ignorato a livello nazionale.

Qualche trafiletto dell'ANSA, una riflessione sul sito dell'Espresso, diversi articoli su siti fascisti, qualche riflessione su siti di sinistra, buona attenzione dalla stampa locale. Così come è stato ignorato a livello istituzionale dal punto di vista nazionale.

E' dovuto addirittura andare a Roma il Sindaco di Gorizia per portare un dono per il centenario della prima presa di Gorizia al nostro Presidente della Repubblica. In questi giorni, 8 e 9 agosto, a Gorizia vi dovevano essere non alcune delegazioni, ma le massime autorità dello Stato. Visto il prezzo pagato per conquistare una città, che poi è stata praticamente dimenticata.
Vista tutta la propaganda che per anni è stata fatta su Gorizia, e la sua importanza per l'unità d'Italia.
Invece nulla di tutto ciò è avvenuto. Il centenario della prima presa di Gorizia, che ha visto sventolare il tricolore in Piazza della Vittoria, con l'arrivo di paracadutisti, ed una scarsa partecipazione di goriziani, circa 2000 riporta la stampa locale, è stato un fallimento clamoroso. Un fallimento per la storia, un fallimento per la memoria delle vittime tutte, un fallimento per la Gorizia d'Italia, ora santa ora maledetta. In sostanza tale evento si è ridotto ad una banale commemorazione di estrema periferia. 
Poveri giovani, povere vite spezzate, che hanno dovuto seguire per costrizione i loro comandanti, con ordini criminali, per incontrare una violenta morte, per sottrarre un fazzoletto di terra al nemico di sempre, un fazzoletto di terra bagnato di sangue, un fazzoletto di terra che a causa di politiche vigliacche nazionalistiche e fasciste ha perso tutto per diventare il nulla. Questo centenario, per come gestito, si è tradotto semplicemente in una enorme ed irripetibile occasione persa. Una occasione mancata per restituire a Gorizia quella centralità storica,politica,simbolica,che ha in modo deprimente smarrito .


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