Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

12 aprile 1999 la strage del treno nella gola di Grdelica

Il treno 393, in quel maledetto 12 aprile del 1999, che viaggiava in direzione di Skopje verrà colpito dai missili della NATO. Il treno verrà colpito sul ponte e Bistrička nella zona nota come gola di Grdelica. Una gola che divorerà un non si sa ancora oggi quante vittime, una gola che assolverà la NATO. Quattro missili, due dei quali colpiranno il treno nel momento in cui stava attraversando il ponte. Secondo i dati ufficiali, si parla di una quindicina di vittime ed e una cinquantina di feriti, tra cui anche bambini, ma è certo che si uccisero più persone, perché alcuni resti non sono mai stati trovati. Persero la vita anche due ferrovieri, il conduttore di Zoran Jovanovic, e Petar Mladenovic. Le giustificazioni portate dalla NATO furono che la colpa era praticamente del treno, perché è apparso all'improvviso nel mirino, E per il secondo missile, il pilota accortosi che il ponte era ancora in piedi, ha deciso di sparare ancora senza prendere in considerazione il fatto che il treno, investito dal precedente missile, era praticamente slittato in avanti. Il tutto venne etichettato come banale errore di giudizio e non "comportamento irresponsabile", o meglio effetto collaterale di una guerra maledetta.

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