C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Cosa significa essere italiano?

Italia che vai, Italia che trovi.
Questo perché non esiste una sola Italia, ma mille e più Italia, tante quanto sono almeno i nostri Comuni. Paese frammentato, unito con la forza della guerra, un Paese senza una vera anima unitaria. Giovanni Pascoli, nel suo discorso nazionalistico dal titolo " La grande proletaria si è mossa" così scriveva : "nel sacro cinquantennario voi avete provato, ciò che era voto de' nostri grandi che non speravano si avesse da avverare in così breve tempo, voi avete provato che sono fatti anche gl'italiani",ebbene, si sbagliava. Non esiste l'italiano, non è mai esistito l'italiano, ma si è voluto plasmare dal nulla, compromettendo per il futuro, a partire dal Risorgimento, l'individualità del soggetto, della soggettività, che già aveva una propria casa, una propria terra, una propria comunità, ma questa casa, terra e comunità doveva chiamarsi Italia.Anzi,doveva essere Italia. L'Italia è nata senza aver mai fomentato senso reale di appartenenza. Sentirai dire sono calabrese, siciliano, sardo, triestino o bisiaco, si scende sempre nella particolarità, sempre nella minuzia, che minuzia non è. Perché l'Italia è la terra dei Comuni, perché l'Italia fisica è una invenzione strumentale e rispondente ad interessi che hanno pagato, caramente, giovani, ora con l'atroce morte, nelle guerre d'indipendenza, nella grande macelleria umana del '15/'18, nella seconda guerra mondiale, ed oggi con la fuga verso l'Oriente o l'Occidente, lì ove non importa essere italiano, lì ove importa essere se stessi, di poter vivere liberamente il proprio essere spirito libero, coltivare l'arte, l'amore, la passione, senza dover competere, o chiedere favori, ma semplicemente per un nuovo mondo, quello che in tanti vogliamo, pur senza sapere cosa veramente vogliamo. L'Europa di oggi, ricorda l'Italia di ieri, unita senza mai essere stata unita, europeo senza mai esserti sentito europeo, senza mai aver fatto l'europeo, contenitori deboli, spesso plastificati, inconsistenti, ma persistenti. Come si può essere anti-italiano, essere contro un qualcosa che non è mai realmente esistito, bensì fittiziamente edificato? Cosa significa essere italiano? Il calcio, è l'esempio principale che viene riportato, a significare il senso dell'unità d'Italia. In parte è vero, in parte no. Il calcio, pensando ovviamente alla nazionale, è stato usato come megafono di nazionalità, di unità, forse ti sentirai unito intorno alla squadra di calcio che rappresenta tutte le specificità incluse nello Stato chiamato Italia per qualche settimana, ma dopo tutto tornerà come prima e non per questo ti sentirai italiano. Anzi, il fatto che la nazionale di calcio, oggi, non abbia più l'attrattiva di una volta, contrariamente alle singole squadre di calcio territoriali, questo è uno dei tanti e mille segnali di come l'Italia sia fragile, debole ed anche ignorata se non oggetto di semplice indifferenza.
Potrai avere la cittadinanza italiana, ma rimarrai per sempre, perché questo è quello che scrive e grida il tuo cuore, calabrese, siciliano, triestino o bisiaco...pur vivendo nell'Italia di ieri e di oggi, o meglio nell'Italia "di Dante", ove fiorentini e ravennati si contesero le sue spoglie, tormentando il Poeta anche dopo la sua morte. Ecco, questa è l'Italia, un Paese dalle mille e più anime, dalle mille e più identità, dai mille e più colori, ove tutti vogliono essere qualcuno, ove questo essere qualcuno diventa nessuno nel nome d'Italia


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