Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ancora una volta si celebra la marcia di Fiume con la fascia tricolore

Nel 1925, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini e l'annessione di Fiume all'Italia fascista, Ronchi, diventerà Ronchi "dei legionari". Il 1922 era l'anno della marcia fascista di Roma, anticipata proprio da quella di Fiume. Lo si scriveva già nel 1930, queste erano le parole del noto saggista Ettore Cozzani:“e c’è già l’ansia disperata della marcia di ‪Ronchi‬, che generò poi la marcia su Roma”, che a sua volta generò barbarie. D'Annunzio è il simbolo della congiunzione tra le istanze di un Risorgimento reazionario ed il fascismo, e la marcia di occupazione di Fiume, tra la prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale, per quanto concerne la questione del Confine Orientale. La Carta del Carnaro, era una carta che legalizzava la dittatura, non riconosceva un vero parlamentarismo, conferiva un potere enorme alle corporazioni, non a caso Mussolini recepirà tali disposizioni nel suo regime, affermando che il corporativismo "è la pietra angolare dello Stato fascista, anzi lo Stato fascista o è corporativo o non è fascista". Carta autoritaria, e che riconosceva la soccombenza delle culture "inferiori" alla superiore civiltà latina "l’altra stirpe sarà foggiata o prima o poi dallo spirito creatore della latinità". Ed il riferimento, ovviamente, riguardava quelle slave, e croate in primis. Come dimenticare le definizioni di D'Annunzio nei confronti dei croati? Chiamati come "luridi ,scimmia in furia, schiaveria bastarda e mandre di porci"? E sappiamo bene a cosa hanno portato questi principi, e razzisti convincimenti, soprattutto nei confronti degli sloveni. Ma sono tutte questioni che affronteremo nel libro previsto entro la fine di questo 2015 dal titolo semplice e chiaro: Ronchi dei Partigiani. Non abbiamo, per questo 12 settembre 2015, volutamente deciso di organizzare alcuna contestazione, e non perché non abbiamo trovato spazio per la presenza delle forze dell'ordine, ma semplicemente perché non era stata prevista per questo 2015, perché vi era l'importante iniziativa di Gorizia, vi era lo scoprimento della targa dedicata ai partigiani ed antifascisti italiani e sloveni fucilati nel Castello dai nazisti.

Ma anche perché il 31 agosto abbiamo organizzato una iniziativa specifica, che ha visto l'auditorium di Ronchi essere pieno, dove si parlava, di grande guerra, di D'Annunzio in modo consapevolmente critico, perché non ignoriamo la storia e la sua produzione documentale, semplicemente abbiamo una idea diversa di società, una visione diversa del mondo, che è quella dell'antifascismo, incompatibile con il pensiero reazionario dannunziano.
Ma questo non significa che le contestazioni non verranno più realizzate anzi, quanto accaduto questo 12 settembre 2015, ci spinge con determinazione e convinzione a lavorare perché quella data, per come celebrata, continui ad essere contestata e condannata. Dispiace constatare che ancora una volta si è deciso di presenziare a quella iniziativa in Monfalcone, con la fascia tricolore in rappresentanza del Comune di Ronchi. Mentre, se proprio una uscita con la fascia tricolore in rappresentanza del nostro Comune doveva accadere in tale giorno, ebbene, questa doveva avvenire a Gorizia all'atto dello scoprimento della targa come prima citata. E quello che mi domando è, in merito alla celebrazione della marcia di occupazione di Fiume, ed il recarsi il loco con la fascia tricolore,si è veramente certi di rappresentare tutta la comunità?  E come la mettiamo con le oltre 300 persone che hanno presenziato al convegno che abbiamo organizzato contro D'Annunzio e la marcia di occupazione di Fiume? E le quasi 1000 adesioni alla pagina facebook di Ronchi dei Partigiani, prevalentemente locali? Certo, è importante che il nostro Sindaco non abbia partecipato alla celebrazione del 12 settembre a Monfalcone, di ciò ne prendo positivamente atto, ma il senso di rabbia permane. Lo si vuole capire o no che quella è una celebrazione che esalta una marcia che ha anticipato la marcia fascista su Roma? Che Fiume è, oggi, una città croata, che appartiene ad un diverso Stato? Lo si vuole capire o no che sono soprattutto realtà di estrema destra o d'ispirazione fascista, come Casapound, visto che il suo leader ha dichiarato che loro sono "d'ispirazione fascista" che ciò è un "dono" a difendere D'Annunzio e la marcia di occupazione di Fiume? Casapound che  tra le altre cose contesteremo questo 19 settembre a Gorizia, perché reputiamo inaccettabile l'apertura di una loro sede in città, anche basandoci su quanto recentemente scritto dal Presidente  nazionale dell'Anpi in merito ai recenti fatti di Milano quando afferma che il nostro deve essere un Paese antifascista "non lasciando alcuno spazio a chi sogna impossibili ritorni o propugna forme nuove di autoritarismo". Ronchi è stata involontariamente attraversata da alcuni eventi, come l'arresto del terrorista Oberdan, come la marcia di occupazione di Fiume, altri eventi, come la formazione della Brigata proletaria, hanno visto la nostra città essere attiva volontariamente e consapevolmente.  E si tratta di eventi diversi ed anche opposti. Non si vuole qui ribaltare la storia, capovolgere la storia, ma semplicemente mettere le cose nella giusta collocazione e la giusta collocazione della marcia militarista, eversiva, antesignana del fascismo, quale quella di Fiume, è quella della condanna e non della celebrazione. 

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