Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ma il Castello di Gradisca è ancora in vendita?



Facendo un salto nel sito del Demanio,alla voce offerta libera,  risulta ancora essere a disposizione il Castello di Gradisca. Nella voce tecnica si legge:”Castello della Repubblica Veneta di fine 400 di notevole pregio storico artistico composto da 6 edifici e cintato da strutture in pietra. L'immobile si trova nel centro storico della cittadina e versa in stato di abbandono. SUPERFICIE LORDA: 11.511 MQ SUP. TOTALE DI CUI COPERTA 1750 E SCOPERTA 9760 STATO MANUTENTIVO: PESSIMO STATO OCCUPAZIONALE: LIBERO. Non è l'unico bene che interessa il FVG che rientra nella voce offerta libera. E' ancora segnalato l'ospedale militare di Scorcola, un panoramico compendio di imponenti dimensioni sito in zona centrale della citta' composto da un edificio doppio di 4 piani f.t. con tettoie, ampio giardino alberato, cortile interno e parcheggio sul retro. Ora,sempre sul sito del demanio si legge che “La Direzione Regionale Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia e l’amministrazione comunale di Gradisca d’Isonzo hanno svolto un sopralluogo al Castello di Gradisca d’Isonzo, alla presenza anche dei rappresentanti della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche. E’ stata l’occasione per illustrare il progetto, finanziato dall’associazione ARCUS, di ripristino dei camminamenti e di rifacimento delle coperture del compendio, al fine di garantirne la fruibilità pubblica. A seguito del sopralluogo c’è stato un incontro il Municipio, nel corso del quale l’Agenzia e il Comune di Gradisca d’Isonzo hanno illustrato alle Amministrazioni convenute l’iniziativa di valorizzazione del bene, proponendo la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra tutti gli Enti Pubblici competenti (Agenzia del demanio, Comune, Regione, MIBACT), al fine di avviare in maniera coordinata e congiunta il relativo iter". Mentre per il giorno 11 luglio 2015 si legge che “ Il Castello di Gradisca d’Isonzo (GO) verrà recuperato e valorizzato in chiave turistico-culturale e ricettiva, grazie al progetto valore Paese - Dimore. L'Agenzia del Demanio, il Comune, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo hanno, infatti, firmato un atto d'intesa che consentirà di avviare un percorso di recupero e riqualificazione dell’immobile, grazie all’individuazione di nuove destinazioni d’uso. Prossimo passo, l'attivazione di un Tavolo Tecnico Operativo, al quale parteciperanno i rappresentanti delle Istituzioni coinvolte, che consentirà di coordinare tutte le attività per la valorizzazione del castello. Sarà possibile, così, rilanciare l’uso della dimora nobiliare del XVI secolo affidandola al mercato privato con la concessione di lungo periodo, fino a 50 anni”: Ora l'interrogativo che sorge è non è che si utilizzano soldi pubblici per ripristinare un luogo meraviglioso, pubblico, che nessuno ha voluto acquistare stante la situazione pessima in cui si troverebbe, per poi, una volta ripristinato con soldi pubblici, essere venduto o svenduto a tempo debito? Passando per la via di mezzo di una concessione? Il progetto ivi citato è uno strumento di partenariato pubblico-privato che consente di sviluppare e valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico, "attraverso l’assegnazione a primari operatori privati del diritto di utilizzare gli immobili a fini economici per un periodo determinato di tempo, a fronte della loro riqualificazione, riconversione funzionale e manutenzione ordinaria e straordinaria. Attraverso lo strumento della concessione, l’investitore privato non grava il proprio business plan dei costi per l’acquisto degli immobili che rimangono di proprietà pubblica, mentre lo Stato, oltre ad incassare un canone per l’intera durata della concessione, risparmia gli oneri improduttivi di vigilanza, custodia, messa in sicurezza, manutenzione e riattiva nel contempo circuiti virtuosi di trasformazione urbana e sviluppo locale. La durata della concessione è commisurata al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario del piano degli investimenti e della connessa gestione, per un periodo di tempo comunque non eccedente i 50 anni. Alla scadenza della concessione, lo Stato rientra automaticamente nella piena disponibilità degli immobili concessi in uso, con l’acquisizione di ogni trasformazione, miglioria, addizione e accessione ad essi apportate. La recente L. n. 228/2012 ha previsto che, al termine del periodo di tempo previsto dalla concessione, il Ministero dell'economia e delle finanze – Agenzia del demanio, verificato il raggiungimento della finalità di riqualificazione e riconversione dei beni, possa riconoscere al concessionario, ove non sussistano esigenze di utilizzo per finalità istituzionali, il diritto di prelazione per l'acquisto del bene, al prezzo di mercato"Possibile che non si riescono con risorse pubbliche a gestire in modo pubblico beni storici, gioiellini che altri Paesi farebbero la fila per avere? Ci si scandalizza tanto per il fatto che la Grecia debba fare cassa con i suoi beni storici, e quando questo accade da noi, tutto tace?  A pensar male ci si prende spesso, spero, questa volta di non prenderci proprio.

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