La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il 25 luglio cadde il fascismo e si aprirà la pagina più bella della storia d'Italia, la lotta di liberazione


Approvato l'ordine del giorno Grandi, alle prime ore del 25 luglio del 1943 cadrà, formalmente, il fascismo. E da quel momento si aprirà, in Italia, un periodo turbolento che solo con il noto 8 settembre del 1943 conoscerà la vera via da percorrere per un futuro di solidarietà, pace, e libertà. La resistenza. Resistenza che già si era affermata da tempo contro il fascismo nella vicina Jugoslavia, e non a caso una delle prime brigate partigiane, la prima del Nord Est, che nascerà sul nostro territorio, sarà la Brigata Proletaria. E non sarà stato certamente un caso che si chiamava così come si chiamavano anche le prime brigate partigiane nate in Jugoslavia. Tra il 9 ed il 10  settembre del '43 sulle alture di Selz in Ronchi, operai, uomini e donne, italiani e sloveni, e non solo, si uniranno per quella resistenza che attraverso un sacrificio immenso, che già verrà conosciuto nella storica e drammatica battaglia di Gorizia, condurrà alla liberazione di questo paese dal marciume fascista. Certo, è innegabile che ancora oggi sussistono dei residui che non sono stati spazzati via, ma se i valori nati nella resistenza, in particolar modo in quella che ha visto l'unione, qui al confine orientale, tra italiani e sloveni, continueranno a sussistere,a resistere, ad affermarsi, ad essere diffusi e condivisi, pur con le mille difficoltà proprie di questa tecno-epoca, si potranno evitare non tanto gli errori del passato, ma le bestialità del passato come rappresentate e concretizzate dal fascismo in primo luogo.

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