C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

In FVG parte la battuta di caccia all'asparago



Il Friuli Venezia Giulia non è solo la terra del vino, o dei vini, dei prosciutti e di una infinità di delizie, ma anche dell'asparago. Una passione così diffusa, così innata, così viva, che al sorgere della primavera è praticamente impossibile non sentire, anche casualmente, di una passeggiata fatta per raccogliere asparagi. Talmente diffusa che nel 2013 la Regione Fvg ha dovuto ricordare che “la raccolta di flora edule (ovvero piante che si possono mangiare) è regolamentata dalla legge regionale 9/2007, che stabilisce i quantitativi giornalieri permessi per le varie tipologie di piante per le quali è consentita la raccolta delle parti commestibili. Nella provincia di Gorizia sono 19 i generi per cui è permessa la raccolta di un chilogrammo al giorno a persona. A tal riguardo ricordiamo i germogli di luppolo (urtissoni o bruscandoli), l'asparago selvatico, l'aglio orsino, il pungitopo, il tamaro. Per altre specie la raccolta è consentita fino al limite di tre chilogrammi al giorno a persona. Rientrano in questa categoria sette generi tra cui gli stringoli (sclopit o sciopettini), il tarassaco (tale o radisela), l'ortica od il sambuco”. 
Ma è anche una raccolta che oltre al fascino, unico, di essere immersi in piena natura, nel vivo e grezzo Carso, è pure connotata da alcuni rischi. 
Come la puntura di zecca, ed infatti, esiste anche una sorta di abbigliamento suggerito, rigorosamente chiaro. Ma non è l'unico. Mi è giunta notizia che sul Carso sopra Selz di Ronchi sono state avvistate non una ma ben due vipere già in questo fine marzo 2015, durante una battuta di "caccia all'asparago". Insomma la raccolta dell'asparago resta in FVG una tradizione viva, e non è raro incontrare persone con un mucchio di asparagi in mano e stringerlo in alto come trofeo, per non parlare delle “gare”, a chi ne raccoglie di più o di meno, a chi se lo fa soffiare sotto il naso, per poi condividere tutti insieme un pranzo od una cena con il frutto selvaggio di questa affascinante ma anche, a volte, rischiosa avventura.

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