Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il libretto del lavoro di Ronchi nel 1921 e l'utilizzo della dicitura "Municipio di Ronchi"


Sturnich Antonio, classe 1896, nato a Ronchi sotto l'Impero Austroungarico, conoscerà poi il regno d'Italia, il fascismo, l'occupazione nazista, la lotta di liberazione, i 42 giorni di amministrazione provvisoria Jugoslava, poi quella angloamericana, per arrivare all'esercizio della sovranità come oggi sussistente dell'Italia.
Esperienza di vita, quale quella di attraversare i processi che hanno caratterizzato le due grandi guerre mondiali, a dir poco particolare che certamente in questo meraviglioso ma difficile fazzoletto di terra ha coinvolto tantissime persone.
Ritornando su Ronchi, fino al 1925 si chiamava Ronchi di Monfalcone, come è noto, poi tristemente diventerà Ronchi dei legionari, ma anche Sturnich Antonio, come tanti altri, conoscerà l'italianizzazione fascista sulla propria pelle, il proprio cognome verrà italianizzato con decreto prefettizio di Trieste negli anni '30.
In un colpo solo sradicata una identità storica, famigliare, sociale, culturale. Identità che il Comune di Ronchi, pur essendo prima del cambio di denominazione, Ronchi di Monfalcone, continuava a mantenere fermamente e decisamente autonoma rispetto all'essere di Monfalcone. 
Ed infatti, per esempio, nel libretto del lavoro del 1921, si leggerà “Municipio di Ronchi ( Venezia Giulia)” ed anche i diritti d'ufficio dal costo di 50 centesimi indicavano la scritta “ Municipio di Ronchi e non di Ronchi di Monfalcone. Libretto del lavoro nel quale veniva richiesta la religione, e poi, sempre per consentire l'identificazione della persona “la bocca, la fronte ,il naso, gli occhi,ciglia e sopracciglia, mento,viso, colorito,barba e segni particolari”.


Poi Sturnich non solo, come scritto, vedrà il proprio cognome essere italianizzato, ma anche il nome di Ronchi subire quella che io ho definito se non la prima una delle prime operazioni di romanizzazione fascista della toponomastica italiana, per divenire Ronchi dei Legionari in memoria di quella scellerata marcia di occupazione di Fiume, ancora oggi in modo incomprensibile ed irresponsabile celebrata. E da quel momento, tutti gli atti che seguiranno non porteranno più  dunque la dicitura Ronchi seppur "Ronchi di Monfalcone", ma Ronchi dei legionari come per esempio nel libretto paga degli anni '30 che ho avuto modo di visionare. 

Marco Barone

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