Pubblicato
il rapporto della proposta politica nota come la Buona Scuola.
Si
presenta, graficamente, in continuità con il precedente rapporto,
colorato, scrittura a caratteri enormi, a volte con caratteri
infantili, con l'aggiunta di foto, i protagonisti o meglio coloro che
hanno lavorato a questo progetto sono ora riconoscibili, ciò perché si voleva dimostrare che dietro ogni rapporto virtuale vi è un
soggetto reale, una persona. Un
resoconto di 70 pagine fittizie, più della metà dedicate a ribadire
il significativo accesso, la significativa partecipazione virtuale ed
anche reale, numeri, tanti numeri, diversi errori di battitura,
sintomo della fretta, fretta che ha determinato anche un rapporto in
buona parte incomprensibile, con schemi e cifre e frasi che sembrano
essere figli e figlie di una corsa all'ultimo ostacolo. Il
cosa non piace è praticamente inesistente, salvo qualche irrisorio
esempio, eppure le critiche considerevoli e le contestazioni anche
queste considerevoli certamente non sono mancate. Forse sono state
fatte rientrare in quella frase “ di pancia” con riferimento ad
alcune mail pervenute a chi gestiva il laborioso programma della
buona scuola. Insomma
un dibattito che ha certamente fomentato diverse preoccupazioni e
reazioni, un rapporto che produce ciò che doveva produrre,
d'altronde è impossibile per chiunque verificare milioni di mail o
risposte in poco tempo. Sarebbe interessante capire come avrebbero
fatto ,dal 16 novembre al 15 dicembre a leggere 6.470.000
risposte, 5.000 proposte 20.000 risposte, 6000 email,12.000
conclusioni, 775.000 campi aperti. Quante
persone hanno realmente lavorato su e per ciò? Comunque
sia la Buona Scuola ha dato letteralmente i numeri e adesso non resta
che attendere i prossimi passi, per capire se questa proposta politica è
stata solamente propedeutica ad una imminente campagna elettorale,
oppure semplicemente seguiranno delle proposte legislative o decreti
governativi, magari già pronti da tempo e chiusi in qualche cassetto
e limati dopo la consultazione virtuale, certamente utile per
legittimare una riforma globale del sistema scolastico italiano
sostenuta soprattutto da chi vuole la scuola azienda.
E
questa non è retorica.
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