Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La lega nazionale di Gorizia chiede intervento contro chi “offende” i martiri italiani, ritorneranno le liste di proscrizione?


Andando a leggere i commenti che emergono in rete in questi giorni ma non solo in rete, pare che nei confronti di tutti quelli che contrastano il revisionismo storico nazionalistico italiano e le contestuali menzogne storiche, stia emergendo la volontà di realizzare una sorta di lista di proscrizione, di messa al bando o di esilio, i nomi che si fanno sono sempre gli stessi ma in aumento rispetto al passato, perché incrementa la consapevolezza dello stato reale dello cose, dalla  "Claudia Cernigoi e company/compagni".  
Simili provvedimenti vennero adottati, per esempio, pubblicamente proprio a Gorizia durante quel periodo che da molti storici ed antifascisti è stato definito come il momento del terrorismo nazionalistico italiano. Decine e decine di manifesti vennero affissi sui muri di Gorizia dunque vere e proprie liste pubbliche di proscrizione contro sloveni e chi collaborava con gli sloveni. Ora, dopo il dibattito infuocato che si è scatenato  in prossimità della ricorrenza dell'ennesimo anniversario dell'inizio del “ritorno” di Trieste all'Italia, dopo la presa di posizione del Presidente del Consiglio comunale di Trieste, nei confronti del quale è emersa una significativa solidarietà ma sono state prodotte anche richieste di dimissioni da diversi consiglieri comunali supportate anche da una pagina facebook che ad oggi, a quattro giorni dalla sua nascita, conta poco più di 500 adesioni, e circa 250 sono quelle raccolte in solidarietà di Furlanic, in neanche 10 ore dalla pubblicazione della pagina facebook nata a suo sostegno, la lega nazionale di Gorizia pubblica un comunicato stampa a dir poco inquietante.
 Premesso che è singolare che sia la lega nazionale di Gorizia e non quella di Trieste ad intervenire su questioni triestine il suo presidente, scrive, pubblicamente, quanto ora segue:

“Trieste venne liberata il 30 aprile del 1945 dal Corpo Volontari della Libertà del Comitato di Liberazione Nazionale di Don Marzari.
Notizia di pochi giorni fa apparsa sul Piccolo: il presidente del Consiglio comunale di Trieste (speriamo davvero ancora per poco), pur laureato in storia (sic!), lo ignora!
L'Archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, fondo Venezia Giulia, e soprattutto i documenti prefettizi ivi presenti, ricostruiscono l'insurrezione del CLN (a partire dal ruolo dei nuclei di Giustizia e Libertà) e la resa tedesca minuto per minuto. I comunisti di tito arrivati il 1° Maggio hanno disarmato gli uomini del CLN, altro che liberazione! I successivi 42 giorni sono stati vissuti dalla città sotto l'incubo del terrore e delle foibe e la data del 12 Giugno segna la liberazione da tale incubo ma Iztok non lo sa!
Al solito è spalleggiato sulle falsità storiche da colei che si definisce capitano dell'Ozna, l'irriducibile "storica" Cernigoi e company/compagni. Milos Budin ad esempio, parlando di due liberazioni, fa il finto equilibrato che vuole che si accetti che per alcuni sia lecito considerare "liberazione" i massacri, la pulizia etnica, le torture, la prepotenza, l'occupazione con intento di cancellare l'identità di una città. Se si vuole far tesoro delle terribili esperienze del passato sarebbe veramente ora di intervenire in modo fermo e risolutivo nei confronti di chi con ottusità predica in malafede o per ignoranza falsità storiche ed offende i nostri martiri, la storia e gli italiani tutti riaprendo "ferite" e ricordi dolorosi ed accendendo inutili e feroci polemiche per ottusità e/o visibilità politica”.


Dunque hai la lega nazionale di Gorizia che utilizza come fonte storica L'Archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia. Sarebbe stato interessante, da parte della Lega Nazionale, ricordare il libro “nazionalismo e neofascismo nella lotta politica di confine orientale 1945/75 a cura dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel FVG A.V. Anno 1977”, il quale riporta una marea di eventi di carattere terroristico per l'affermazione dell'italianità non solo di Trieste ma anche di Gorizia, Monfalcone e città limitrofe. 
Quel terrorismo nazionalistico che è sparito dalle cronache, che è spesso censurato, rimosso nonostante la sua incredibile violenza contro sloveni, serbi, croati, comunisti, antifascisti ecc. In un mio recente intervento ho riportato alcuni fatti come scritti nel libro citato che interessano direttamente od indirettamente aderenti della lega nazionale o tutte quelle volte che viene citata la lega nazionale o di fatti ed atti attribuiti ad aderenti della lega nazionale in relazione a quella violenza o situazioni di tensioni che si sono affermate in nome e per conto dell'italianità di queste terre ed il periodo storico di riferimento trattato nel libro, sarà dal giugno del '45 al 1975 ma io ho limitato la lettura dei dati dal 1946 ai primi anni '50 indicando decine e decine di episodi di mera violenza come imputata nelle fonti citate ai soggetti ivi considerati. Ma la lega nazionale omette anche di ricordare che il 30 aprile 1945 la direzione del Partito Comunista d'Italia, inviava un comunicato ai lavoratori ed alle lavoratrici di Trieste dopo che era giunta voce, come ribadita anche da radio Belgrado, che Trieste, come poi accadrà, stava per essere liberata dai partigiani Jugoslavi. Palmiro Togliatti così scriverà il 30 aprile del 1945: “il vostro dovere è di accogliere le truppe di Tito come truppe liberatrici e di collaborare con esse nel modo più stretto per schiacciare ogni resistenza tedesca o fascista o condurre a termine al più presto la liberazione della vostra città". Ciò che io mi domando è, cosa si vuole intendere, quando si scrive "se si vuole far tesoro delle terribili esperienze del passato sarebbe veramente ora di intervenire in modo fermo e risolutivo nei confronti di chi con ottusità predica in malafede o per ignoranza falsità storiche ed offende i nostri martiri, la storia e gli italiani tutti riaprendo "ferite" e ricordi dolorosi ed accendendo inutili e feroci polemiche per ottusità e/o visibilità politica"? Cioè esporre fatti produrre atti che contrastano con il revisionismo storico, sostenere verità che sono state censurate e che vengono continuamente rimosse, quali, per esempio, le oltre 500 giornate di violenza terroristica accadute solo a Trieste dal 12 giugno del 1945 sino al 26 ottobre del 1954, in nome e per conto dell'italianità di Trieste ma in realtà sono significativamente di più se si guarda l'intero periodo storico che parte dalla fine della prima guerra mondiale, dalla marcia di occupazione di Fiume in particolar modo sino alla fine degli anni '70, deve richiedere la manifestazione di un mero “intervento fermo e risolutivo"?
E quale sarebbe ed in cosa consisterebbe questo intervento fermo e risolutivo? 
E nell'elenco dei martiri italiani vi rientrano anche i fascisti?
Perché trasformare la critica e la verità storica in polemica? Perché non ricordare ciò che deve essere ricordato? E chi è la lega nazionale per pretendere un simile intervento? Si vorrebbe il pensiero unico, falso e dominante? L'esilio o forse altro?
E' il caso, specialmente dopo simili comunicati stampa, di valutare  seriamente se a simili soggettività si possono continuare a  riconoscere, come se nulla fosse, legittimazioni pubbliche ed istituzionali di qualsiasi natura esse siano, da economiche a simboliche. A chi legge libere e tacite o non tacite conclusioni, nel tempo in cui sembrano ritornare le malefiche liste di proscrizione contro chi agisce ed opera per la verità storica che reca fastidio al nazionalismo italiano ed all'irredentismo reazionario italiano e denuncia il revisionismo storico come governato da forze nazionalistiche e spesso anche da estremisti reazionari.





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