Un fenomeno molto diffuso, ma non per questo lecito, legittimo e legale, in Inghilterra ma anche in America, che da qualche tempo ha preso piede anche in Italia. Pubblicare la foto dei presunti ladri, con tanto di volto riconoscibile, in rete, ha lo scopo chiaro, inequivocabile, di trasformare la comune gente in ronde, perché forse sfiduciate dall'operato delle forze dell'ordine. E se uno dei rondisti virtuali si dovesse trovare innanzi al presunto ladro nella realtà? E da quando i cittadini possono sostituirsi alle autorità competenti in materia? Da quando i cittadini si sostituiscono ai magistrati, ai tribunali, alle forze dell'ordine? Siamo oltre ogni limite. Una situazione del genere è altamente pericolosa, specialmente quando a finirci in mezzo non sono italiani ma stranieri, e non a caso, questo fenomeno, riguarda soprattutto casi di furto, quando vengono coinvolti soggetti non italiani. Ed il rischio di fomentare la caccia all'uomo o alla donna è elevato. Ed infatti, nel caso di Monfalcone, sono state pubblicate due foto, che hanno avuto decine di condivisioni, con commenti immaginabili, da chi inneggia al duce a chi augura bombe a mano e carezze con il pugnale, che ben possono consentire l'identificazione delle persone coinvolte, che sarebbero(?) gli autori di un furto avvenuto in un noto esercizio commerciale locale, che sembrerebbero essere straniere. L'iniziativa nasce in un gruppo facebook noto nel monfalconese, di cui non faccio volutamente il nome, perché non meritano di essere più citati. Perché ogni volta che li si tira in mezzo incrementa quello spirito di esaltazione e di legittimazione che altro effetto non ha che rinforzare il loro operato. Ma non citarli non significa ignorarli, specialmente quando pongono in essere iniziative del genere e quando quello che pubblicano è, appunto, pubblico. La giurisprudenza ha recentemente affermato che per garantire l'ordinario esercizio del diritto di cronaca in relazione all'interesse pubblico alla identificazione del soggetto è possibile pubblicare foto segnaletiche, «trattandosi della diffusione per finalità' giornalistiche dell'immagine, quale dato personale sottoposto allo stesso trattamento dei dati identificativi anagrafici, di persona cui e' attribuito un reato, la pubblicazione e' essenziale per l'esercizio del diritto di cronaca in relazione all'interesse pubblico alla identificazione del soggetto e deve rispettare, come nella specie accertato dal giudice del merito, gli ulteriori limiti della pertinenza e della continenza». Ma, ecco il ma, tale principio riguarda la pubblicazione di foto segnaletiche come diffuse e pubblicate su autorizzazione dalle autorità competenti e poi riprese dalla stampa, mica per libera iniziativa di cittadini rondisti 2.0. E nel caso di Monfalcone, che ora si commenta, la pubblicazione di quelle foto, con il volto riconoscibile dei presunti ladri, è stato autorizzato dalle autorità competenti a procedere in caso di simili reati?
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