Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Libri per i più piccoli per spiegare l'omosessualità e l'immancabile attacco in Vita Nuova

4 bambini, 3 gatti, 2 mamme: UNA sola famiglia.
Questo è quanto si legge nel sito http://www.lostampatello.com/catalogo1.html come nota finale alle breve presentazione del libro scritto da Francesca Pardi che cerca di spiegare cosa vuole dire essere figli di due mamme e di genitori omosessuali. Nato per aiutare i bambini con due genitori dello stesso sesso nel rispondere alle curiosità degli altri, il libro spiega in parole estremamente semplici e chiare il tutto. Oggi giorno è difficile riuscire a trovare libri, favole, racconti, che spieghino ai bambini l'amore omosessuale. Le favole classiche, pur nella loro concezione patriarcale e maschilista, vedono sempre la donna che sogna il principe azzurro, la donna che sogna l'uomo. Stesso discorso nei cartoni animati, ove si inculca l'idea che l'unico rapporto naturale è quello tra uomo e donna e viceversa.Certamente, qualche passo in avanti, anche se con ingiustificabile ed estrema lentezza rispetto ai tempi ed alle giuste esigenze della società, che tarda a riconoscere diritti umani a coppie dello stesso sesso, è stato fatto da qualche pubblicità o qualche film, anche se vengono spesso presentati come hot, come osceni, come sconvolgenti. No, non ci siamo proprio. Eppure ai bambini in qualche modo si dovrà pur spiegare che l'unione tra persone dello stesso sesso è naturale quanto l'unione tra persone non dello stesso sesso.Solo perché “prigionieri” di precetti arcaici, maschilisti, patriarcali e medievali, non significa che detti precetti siano giusti. Quale dogma ha deciso  che la coppia naturale è quella eterosessuale? Chi ha deciso che questo deve essere il dogma da seguire?  Da nessuna parte, neanche nella nostra costituzione è scritto che la famiglia naturale è quella eterosessuale, l'unico concetto che emerge di naturale è riferito allo status di famiglia intesa come entità autonoma rispetto allo Stato, nulla di più nulla di meno. Insomma dogmi religiosi, errati, che negano diritti giusti a coppie omosessuali. L'eresia oggi dovrebbe essere il riconoscere diritti solo a coppie eterosessuali e non a coppie omosessuali.Come spiegare tutto ciò ai bambini? Vita Nuova, settimanale cattolico collegato alla Diocesi di Trieste, e non è la priva vota che la Chiesa, tramite i suoi organi diretti od indiretti di stampa, attacca libri e la cultura dell'amore e dei diritti per le coppie omosessuali, ha pubblicato un articolo, in data 15 luglio 2014, a firma di Alessandra Scarino, a dir poco contestabile. Dove si scrive, ad esempio, in relazione allo scopo del libro di Francesca Pardi che “Così non si sovvertono solo le leggi di natura, ma si insegna sin dall'infanzia a mistificare e falsificare la realtà e a trovare mille espedienti per giustificare, anche di fronte a se stessi, simili manipolazioni e distorsioni presentandole come un normale e comunissimo stato delle cose” od ancora che “ Peccato che, in tutta questa operazione fintamente educativa e normalizzante, non ci sia nulla di normale e di educativo e soprattutto niente, ma proprio niente, di cui rallegrarsi”. Il problema è quando simili opinioni condizionano l'operato di un legislatore di un Paese, laico sulla carta, quale quello italiano. Una riflessione, l'ennesima, è dovuta, augurandomi che anche le favole del passato, quelle da tutte noi conosciute durante la nostra infanzia, possano essere rivisitate spiegando ai bambini, sin dalla scuola, che l'unico amore possibile, l'unica famiglia possibile e reale e felice non è solo quella eterosessuale.



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