Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Presentato DL per riconoscere il servizio volontario prestato nell'organizzazione « Stay Behind Nets » ovvero GLADIO

Il 18 febbraio 2014 il deputato Squeri ha presentato un progetto di legge, n° 2102, stampato nel mese di giugno 2014, che ha lo scopo, tra i vari punti, di sancire l’equiparazione dell’Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 tra i civili appartenenti alla disciolta struttura, alle altre associazioni d’arma riconosciute dal Ministero della difesa e di prevedere l’istituzione di un distintivo onorifico, per gli appartenenti alla struttura, che può essere portato dagli aventi titolo in base alle disposizioni vigenti in materia.Ma  si prevede anche il fatto che il servizio prestato  nella organizzazione Stay B.N è equiparato al servizio prestato presso le Forze armate dello Stato, con esclusione di qualsiasi effetto ai fini retributivi, previdenziali e assistenziali e ciò riguarda il noto elenco dei 622 civili come pubblicati, ovvero i “sacrificabili” visto e rilevato che la struttura era certamente più complessa ed articolata e costituita da non solo i 622 civili. A quanto pare ora è arrivato il momento della riconciliazione e del "giusto" riconoscimento a quei cittadini “sacrificati” per una ragione più grande, finiti nel vortice dei media per salvare il vero corpo di Gladio. D'altronde di cosa stupirsi? L'Italia è un Paese che ha tradito la resistenza e la lotta antifascista, che non ha punito i criminali fascisti, a partire dalle epurazioni mancate, anzi i primi a dover essere epurati dovevano essere proprio gli epuratori, in diversi casi, i fascisti rimasti nelle istituzioni, nella magistratura, nelle forze di polizia, nei luoghi caldi ed importanti dello Stato, senza dimenticare gli effetti nefasti dell'amnistia togliattiana. I partigiani ribelli non in congedo hanno continuato a lottare anche dopo il 25 aprile,perché avevano capito dove stava andando a finire il nostro Paese ed avevano ragione. Una delle cose più assurde che si legge nella proposta di legge è questo passaggio: “L’unica differenza, fra queste due categorie di meritevoli cittadini, sta nel fatto che l’istruzione alla guerra non convenzionale dei partigiani della Resistenza è avvenuta dopo il verificarsi dell’invasione, con tutte le funeste conseguenze dovute all'inevitabile improvvisazione, mentre quella degli altri è stata iniziata e perfezionata prima che la malaugurata evenienza si verificasse; evenienza che, fortunatamente, non si è mai verificata. Sul piano dei meriti, quindi, non può esservi un diverso metodo di valutazione e, come ebbe a ricordare di recente il Presidente della Repubblica, quando si tratta di onorare questi nobili princìpi non sono ammesse divisioni o differenziazioni fra coloro che hanno dato prova di esserne reali e comprovati portatori”.
Cioè si mettono sullo stesso piano i partigiani che hanno lottato contro l'antifascismo e per il comunismo, ed i gladiatori? No, il deputato Squeri probabilmente si riferisce ai partigiani che non hanno lottato per il comunismo, quelli bianchi, che insieme alla DC hanno avuto un ruolo importante, a quanto pare nel sistema Gladio, perché se così non fosse vi sarebbe, tra le varie cose, una enorme contraddizione. Gladio è nata, politicamente, contro i comunisti ed il comunismo! 
Forse è il caso di ricordare alcune cose. La vicenda « Gladio » è emersa pubblicamente in occasione del dibattito iniziato alla Camera dei deputati il 1° agosto 1990; in tale occasione, l'Assemblea era impegnata nella discussione congiunta sulle comunicazioni del Governo, sulle mozioni, interpellanze ed interrogazioni presentate in relazione alla sentenza della Corte d'Appello di Bologna sulla strage del 2 agosto 1980 e su un servizio televisivo concernente i presunti rapporti tra i servizi segreti e la loggia massonica P2. Al termine della discussione congiunta e dopo la replica del Presidente del Consiglio dei ministri, furono presentate alcune risoluzioni; nella parte motiva di quella proposta dall'onorevole Quercini e da altri parlamentari del gruppo comunista (si tratta della risoluzione n. 6-00136, per il testo della quale si veda il Resoconto stenografico della seduta parlamentare del 2 agosto 1990, pagg. 32 e 33) si faceva riferimento, tra l'altro, alla « esistenza di una struttura parallela ed occulta che avrebbe operato all'interno del nostro Servizio segreto militare con finalità di condizionamento della vita politica del Paese » ed al fatto che tale «organismo occulto » si sarebbe « avvalso di depositi segreti di armi e di esplosivi gestiti dal nostro controspionaggio d'intesa con la NATO . Da quello che emerge nella RELAZIONE DEL COMITATO PARLAMENTARE PER I SERVIZI DI INFORMAZIONE E SICUREZZA E PER IL SEGRETO DI STATO SULLA « OPERAZIONE GLADIO », le “reclute” venivano scelte fra ex partigiani delle formazioni non comuniste ed in particolare della formazione « Osoppo ». Quanto al criterio della provenienza geografica, per quello che emerge dagli atti ufficiali, il Servizio si orientava verso i residenti in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Piemonte e Lombardia, ritenute le aree più esposte al rischio dell'invasione; numerosi erano anche i reclutati residenti in Sardegna, in vista della loro utilità in operazioni di esfiltrazione, nell'ipotesi che le forze nazionali fossero state costrette ad abbandonare anche l’isola. In merito al criterio dell'orientamento politico-ideologico dei reclutandi i comunisti non venivano presi in considerazione (sembra) per una forma di rispetto, in quanto non si poteva chiedere loro, negli anni cinquanta, di entrare a far parte di una organizzazione che si sarebbe dovuta opporre alla « liberazione » del Paese, al rovesciamento della « dittatura capitalista » ed all'instaurazione del socialismo. Infine, è da ricordare che all'orientamento politico dei reclutandi fa riferimento anche un appunto per il Capo del Servizio - datato 7 gennaio 1975 - nel quale si osserva, tra l'altro, che la ricerca del personale nel campo S/B mira a reperire personale « mosso da motivazioni ideologiche e patriottiche ». Quanto alle risorse finanziarie, va preliminarmente segnalato che il contributo statunitense (già ridotto ad una cifra puramente simbolica dal 1972) è cessato completamente dal 1976. Risulta che, complessivamente, gli Stati Uniti hanno erogato dal 1957 al 1976 (compreso il controvalore dei materiali) L. 1.292.067.000 e $ 7.000 a cui poi devono aggiungersi i finanziamenti, ovviamente, italiani. Il Gruppo Gladio sembra che si rimasto attivo fino al 1990. Sempre sul reclutamento sembra di capire, per quello che è emerso nel corso delle inchieste, tramite una selezione rigorosa determinata dalla struttura Centrale. Una volta individuati i singoli,venivano osservati anche per mesi, anni e messi alla prova. Era d’obbligo mantenere il segreto più totale, anche in ambito famigliare. Sembra che in alcuni casi anche che la moglie ritenuta “idonea” sia stata anch’essa reclutata per non compromettere la situazione e per escludere fughe di notizie involontarie. Dunque non solo esercitazioni, ma in realtà sono stati certamente attivi nell'attività di spionaggio, recupero informazioni e forse anche altro, visto che la Gladio non nasceva con lo scopo di fare solo indagini, ma era una struttura con obiettivi e scopi ben precisi e necessari per la Sicurezza Nazionale in caso di invasione da parte di paesi aderenti al patto di Varsavia, quell'altro che ancora oggi non è dato sapere poiché molti documenti sono andati volutamente al macero. Occorre ricordare che è stato lo stesso Parlamento italiano a legittimare Gladio, ad assolvere dunque se stesso, ed anche l'Avvocato generale dello Stato, con parere del 7 gennaio 1991 prot. 00/3/S.P, ha escluso la violazione di precetti costituzionali. ( Allegato II documento XXVII n° 6 del 26.02.1991 -Relazione su Vicenda Gladio X Legislatura Camera dei Deputati, Allegato I pag.69 e ss). D'altronde anche per parte della critica e della magistratura, Gladio veniva considerata come una realtà normale, e normale era da considerarsi anche il fatto che un gladiatore potesse essere Sindaco. Nasceva, in base ad un orientamento abbastanza condiviso, ma ovviamente non condivisibile e ben discutibile, il principio che Gladio aveva lo scopo di difendere l'Italia da una probabile invasione comunista e jugoslava. Nulla di più farneticante e fuorviante, anzi, a dirla tutta, se un pericolo di invasione vi era questo emergeva da parte Italiana, verso le terre contese, da Fiume alla Dalmazia, terre ancora oggi contese ed a tal proposito è il caso di sottolineare che la Legge del ricordo, tra i suoi non detti ma evidenti scopi, tende a mantenere gli animi caldi e fervidi per un futuro in cui possa essere legittimata la restituzione di ciò che mai è stato in realtà veramente e realmente appartenente all'Italia. Tutto questo progetto rientra nell'ottica della memoria condivisa, equiparazione di fascisti e comunisti, assoluzione degli italiani "brava gente", rimozione delle violenze esercitate nei confronti delle comunità slavofone, concentrazione di tutte le responsabilità solo sul nazismo, legittimazione del "negazionista" a chi si oppone a questa operazione revisionista,  legittimazione di strutture para-militari di cui si conosce poco e di cui non si saprà mai la verità e dei possibili e non esclusi ruoli esercitati nei periodi bui,neri,cupi, in questo Paese,a partire dal momento successivo al 25 aprile 1945 o forse dal proclama di armistizio di Badoglio dell'8 settembre 1943.
D'altronde, se ancora oggi forze neo-fasciste, hanno il diritto di parlare, di candidarsi alle elezioni, di manifestare, significa che qualcosa non ha volutamente funzionato e l'Europa che tanto ci bombarda con le sue litanie, contro i nazionalismi, continua a rimanere indifferente, anzi, in Europa, al parlamento europeo, vi saranno forze politiche neo-fasciste e neo-naziste. Una follia assurda, talmente assurda, che offende l'integrità morale ed etica di tutte quelle persone che hanno creduto nella libertà, nella lotta all'antinazifascismo e che hanno pagato, anche al prezzo della loro vita, questa lotta. Dunque ci troviamo innanzi all'ennesima vergogna che va denunciata, contrastata e fermata.

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