Ma il 25 maggio si vota per le politiche nazionali o per il rinnovo del parlamento europeo? Formalmente si vota per il rinnovo del Parlamento europeo che, una volta eletto, avrà il compito di determinare il presidente della Commissione europea, sulla base di una proposta fatta dal Consiglio europeo, «tenendo conto» dell'esito delle elezioni europee . Ma tutto questo sembra non interessare. La bomba mediatica antinazionalista ha fallito. Non è esplosa. Nei Paesi, principalmente coinvolti dalle speculazioni bancarie e finanziarie, che hanno colpito, volutamente, in particolar modo l'Europa del Sud, queste elezioni vengono utilizzate come strumento di propaganda interna finalizzata a condizionare logiche politiche di carattere nazionale se non nazionalistico, con tutte le sue varianti. Dopo le politiche del 2013, il Pd, all'esito delle elezioni, così
scriveva “"Ringraziamo - ha i cittadini italiani all`estero che con il loro voto hanno fatto del Partito Democratico il primo partito italiano. Il Movimento Cinque stelle invece, rivendicava : “il M5S è stato il primo per numero di voti, a prima forza politica,alle ultime elezioni. Per questo chiediamo ufficialmente un incarico di governo per realizzare il nostro programma”. Tra colpi di mano, vendette e marionette, ora le cose, in un certo senso, sono state ribaltate. Renzi ha ricordato ultimamente in sostanza che nel 2013 Grillo ha preso il 25,6%, Bersani il 25,3%, Berlusconi il 21%", insomma, "il Movimento cinque stelle è già primo partito in Italia, Grillo nel 2013 è arrivato primo ". Tutto questo perché? Perché il M5S, da primo partito che era, non ha ottenuto in sostanza nulla. E se dovesse arrivare nuovamente primo, questa cosa la evidenzieranno in modo tassativo. Renzi, Grillo e Berlusconi. Il trio dello status quo. Si insultano, si offendono, si tutto, ma alla fine nessuno dei tre è candidato alle politiche comunitarie. E tutti e tre giostreranno l'esito delle elezioni europee a loro vantaggio.Tra chi dirà che le politiche europee non sono elezioni nazionali, tra chi dirà che le politiche europee sono invece un referendum nazionale e chi, nonostante tutto, e visto il tutto, aver raggiunto il risultato x è un miracolo. Insomma, nella cattiva demagogia di questi mesi, probabilmente l'esito del 25 maggio sarà quasi scontato, nel senso che, salvo qualche piccolo dettaglio, non determinante per la stabilità dell'austerità europea e per la guida del solito capitalismo della pseudoUnione Europea, tutto sarà come prima e peggio di prima. Finite le consultazioni elettorali, ritornerà l'austerità,dopo una pausa elettorale, inizierà il secondo tempo della così detta crisi, che crisi del capitalismo non è, e le solite situazioni gattopardiane che trascineranno questa seconda repubblica alla sua sospirata fine. Per concludere, il primo partito sarà certamente quello dell'astensionismo, che includerà varie e contrastanti soggettività, siano esse politiche che non, dall'estrema sinistra all'estrema destra, all'armata dei delusi e rassegnati. L'Europa dei Trattati di Lisbona o Maastricht è fallimentare per le varie comunità, e salvifica per i soliti circoli di potere e non saranno certamente questi processi elettorali a mettere in discussione, nel complesso, i circoli di potere che governano in Italia, in Europa e nel mondo.
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