C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Appello alla società civile e mondo della cultura: Centenario prima guerra mondiale sosteniamo Ronchi dei Partigiani


Condivido  e sottoscrivo questo appello
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Dopo quasi un secolo siamo riusciti a far revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini nel Comune di Ronchi, città che “pur se in condizioni di grave inferiorità tecnica e numerica, dopo l’8 settembre 1943, organizzò la Resistenza contro l’occupatore, impegnandolo in numerosi e cruenti scontri. Nel corso di venti mesi di lotta partigiana, malgrado persecuzioni, deportazioni nei campi di sterminio, distruzioni e torture, i Ronchesi furono tra i protagonisti della rinascita della Patria, lasciando alle future generazioni un patrimonio di elette virtù civili, di coraggio e di fedeltà agli ideali di giustizia “ ( motivazione della Medaglia d’Argento al valor militare assegnata a Ronchi per l’attività partigiana svolta dai suoi cittadini dopo l’8 settembre 1943 ).

Stiamo conducendo una battaglia per la dignità e per l'antifascismo e per questo vogliamo ora pretendere la revoca della denominazione “dei Legionari” di Ronchi. Il 17 maggio del 1924 il Consiglio Comunale a maggioranza fascista di Ronchi si riunisce in seduta straordinaria e delibera di nominare Benito Mussolini «cittadino onorario di Ronchi di Legionari». Il 2 novembre del 1925, con il Regio Decreto firmato da Rocco e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 283 del 5 dicembre, il governo ufficializzò il nome «Ronchi dei Legionari». Il 20 settembre 1938 Mussolini, dopo aver presentato a Trieste le Leggi Razziali, si fermò a Ronchi dei Legionari per consacrare la fascistizzazione del toponimo in armonia con la fascistizzazione dell’Italia razzista.

Va precisato che la decisione di consacrare il nome di Ronchi ai legionari di D’annunzio, all'impresa di Occupazione ed italianizzazione di Fiume, avviene nel periodo delle leggi fascistissime
Vi è ora il centenario della prima guerra mondiale, l'Italia ben avrebbe potuto mantenere lo stato iniziale di neutralità, cosa che non volle fare per ragioni opportunistiche ed imperialistiche. Opportunismo ed imperialismo che ha comportato morte e distruzione. A quell'opportunismo seguirà l'impresa di Occupazione di Fiume, a cui si deve l'attuale denominazione di Ronchi, capeggiata dal poeta amante della guerra, e precursore della più nefasta ideologia che vivrà l'Italia. Nessun cittadino di Ronchi ha partecipato all'impresa di occupazione di Fiume. 
Caduta la cittadinanza onoraria a Mussolini, conferita per determinare il cambio della denominazione di Ronchi, deve ora cadere la denominazione “dei legionari”. Denominazione inappropriata per Ronchi e per una comunità che vuole coltivare pace e dialogo e che è stata in primo piano nella lotta contro il nazifascismo. A Selz di Ronchi è nato il primo gruppo, di resistenza armata, contro il nazifascismo, la Brigata proletaria. 

E', quella "dei legionari", una denominazione inappropriata per una comunità multiculturale e multietnica come quella di Ronchi.
Ronchi non è dei legionari e non lo è mai stata.
Se Ronchi è di qualcuno, questo qualcuno sono i Partigiani che hanno lottato e sacrificato la propria vita per la nostra libertà, e per questo diciamo sì a Ronchi dei Partigiani e no a Ronchi " dei Legionari".
Mantenere, ancora oggi, proprio nel centenario della prima guerra mondiale, quella denominazione, è un grave atto di offesa verso chi ha subito violenze ed occupazioni per mano di truppe, regolari e non, italiane. E' un grave atto di offesa verso la pace.
Anche i simboli sono importanti.
Anche i nomi delle città sono importanti.
E per questo chiediamo, alla società civile, al mondo della cultura, di sostenere la nostra causa entro il 10 giugno 2014, inviando una mail a ronchideipartigiani@libero.it indicando città di residenza ed attività( artista, scrittore, blogger, ecc), inserendo alla voce oggetto: adesione appello, ed autorizzando al trattamento dei dati personali, riportando  questa formula nel testo della mail “ autorizzo la pubblicazione dei miei dati, quale firma,indicazione città ed attività, per i fini come comunicati da Ronchi dei Partigiani”.

Il 14 giugno 2014, nel giorno del nostro convegno storico, culturale, GIORNATA DELLA CULTURA RESISTENTE, che ha per oggetto anche la problematica della denominazione "dei legionari" di Ronchi, organizzata da Ronchi dei Partigiani , area feste Selz di Ronchi,  che vede tra i partecipanti Luca Meneghesso,Maurizio Puntin (esperto di toponomastica), Alessandra Kersevan (storica ed editrice), Wu Ming1 e Boris Pahor (scrittori), Marco Barone ( blogger, attivista), Piero Purini, ed altri , renderemo note, in rete e durante il convegno, le firme di adesione al nostro appello.


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