In
questo strano Paese, che più non amo e maledettamente strano, e senza etica alcuna,
fiumi di parole diventano piccoli torrenti che bagnano strade, vie di città e periferie, con lo scopo di educare al pensiero unico. Pensiero
unico significa praticare la condivisione della memoria, una sola, in base a
fonti create e selezionate, una per una, con cura maniacale, dal sistema con
l'unico e chiaro, quanto cupo, fine di salvaguardare se stesso
dall'eventuale senso del dubbio. Dubbio. Dubitare,
ovvero ragionare, ovvero criticare, ovvero porre in discussione,
ostacolare, lottare ma anche sognare. Nessun
dubbio, ma certezza, certezza autoritaria, che con l'ausilio dello
strumento legislativo, governato con il timone del potere, con il
vento dell'oligarchia, spacciato tramite l'eco dell'illusione come
sentimento di democrazia, impone la verità,il dogma,l'assioma
assoluto. Nell'attesa
che i processi del sistema possano avere luogo,chi ha osato il no, pescato nel mucchio del no,
verrà chiuso in un circuito di massima sicurezza. Sbarre, muro, e
sogni infranti. Si
deve tutelare l'immagine del Paese, si deve tutelare il materialismo
di stato che ha un valore maggiore rispetto alla vita umana. D'altronde che la vita umana non ha prezzo è un dato di fatto, nel senso che
non vale nulla, almeno per chi intende esercitare l'arbitrio
condizionato dal potere nel governo del presente sistema. Un
compressore vale più di un giorno di libertà. L'immagine, l'apparenza, valgono più di un giorno di vita. Ma
anche in questo caso, si tratta di concetti variabili. Evadere
milioni di euro ed essere punito solo con quattro ore settimanali per
dieci mesi, è atto di decoro rispettabile, è atto di giustizia
formidabile, no? Scambiare
una persona per uno zainetto e calpestarla con odio ed indifferenza,
come se fosse il peggior insetto da schiacciare con tutto il peso
del proprio possente corpo è fottutamente normale, ed al massimo
rischi un richiamo verbale, una censura, se sei dalla parte giusta, quella che deve garantire lo status quo.
Segue
appello per chiedere la libertà di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
***
Anche
noi saremo a Torino, il 10 maggio, per far sentire la nostra
solidarietà a
Chiara,
Claudio, Mattia, Niccolò. E’ importante ripetere i nomi, è
importante scandirli perché stiamo parlando di quattro vite, quattro
esseri umani, quattro attivisti No Tav che dal 9 dicembre 2013 sono
imprigionati, sparpagliati tra le carceri di Alessandria, Ferrara e
Roma, sottoposti a un regime di alta sicurezza (AS2).
Per
noi come per la popolazione della Val di Susa questi prigionieri sono
fratelli e sorelle, parte della comunità che da più vent’anni
resiste a una «grande opera» inutile e insensata, macchina
mafiogena ed ecocida, meccanismo divorasoldi e divoramontagne imposto
al territorio con prepotenza, ottusa arroganza e metodi prettamente
autoritari.
Per
noi prendere posizione è facile, è scontato. Ma anche chi non si è
mai informato su questa lotta, e come molti è stato indotto a
guardarla con sospetto, dovrebbe allarmarsi per quanto sta accadendo.
E’ una vicenda che racconta una storia più grande, che rischia di
ingrandirsi ulteriormente e coinvolgere sempre più persone. Tu che
leggi, con quale certezza puoi dirti al sicuro? Come dice il motto
latino: «de te fabula narratur». Forse questa storia parla
già di te.
Chiara,
Claudio, Mattia e Niccolò vengono spacciati per terroristi e, a poco
più di vent’anni d’età, si trovano a rischiarne trenta di
prigione. Il processo inizierà il 22 maggio. Di cosa sono accusati,
esattamente?
Sono
accusati di aver partecipato a una iniziativa durante la quale venne
danneggiato un compressore. Cioè un oggetto inanimato. Una cosa,
fatta di metallo e fili.
Quella
notte, non un poliziotto né tantomeno un operaio del cantiere TAV
furono sfiorati, nemmeno alla lontana.
L’accusa
di terrorismo e il regime di alta sorveglianza trovano il loro
appiglio nell’art. 270 sexies del codice penale, incartato nove
anni fa dentro uno dei tanti «pacchetti sicurezza» propinati a
un’opinione pubblica in cerca di facili rassicurazioni. Era il
luglio 2005, c’erano stati da poco gli attentati alle metropolitane
di Madrid e Londra.
Coincidenza:
quello stesso anno il movimento No Tav conseguì la sua più
importante vittoria sul campo, bloccando e scongiurando l’apertura
del cantiere per il cunicolo geognostico previsto a Venaus. In
apparenza non c’entra, e invece c’entra, perché nel 270 sexies
si legge (corsivo nostro): «Sono considerate con finalità di
terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono
arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione
internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la
popolazione o costringere i poteri pubblici o
un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal
compiere un qualsiasi atto [...]»
Dato
che il movimento No Tav vuole impedire il colossale sperpero del TAV
Torino-Lione, ogni iniziativa in tal senso può essere ricondotta a
«finalità di terrorismo».
Ecco
perché nessuno è al riparo da questa accusa.
Per
due PM e un GIP della procura di Torino, Chiara, Claudio, Mattia e
Niccolò hanno cercato di «danneggiare l’immagine dell’Italia».
Proprio
così, ripetiamolo: «danneggiare l’immagine dell’Italia».
Quale Italia
sarebbe stata danneggiata nella sua immagine dai No Tav che stanno
per andare a processo?
L’Italia
che i poteri costituiti vedono «diffamata» dai No Tav è forse
quella della dignità, della solidarietà, della partecipazione
democratica? O è piuttosto quella di un certo «sviluppo» che serve
solo il malaffare, della simbiosi tra partiti e cosche criminali,
degli appalti sospetti, del lavoro con molti ricatti e pochi diritti,
dei veleni e del biocidio?
Quella
che stiamo descrivendo è solo la punta più avanzata di una
strategia che la Procura di Torino ha avviato da tempo. Attivisti
accusati di stalking, ambientalisti accusati di procurato allarme,
ragazzi accusati di sequestro di persona, sindaci condannati a pagare
cifre astronomiche, mesi di galera per la rottura di un sigillo,
processi tenuti in aule-bunker…
La
pretesa di affrontare un problema politico e tecnico come quello
della Torino-Lione attraverso la repressione giudiziaria e poliziesca
sta avendo e avrà sempre più conseguenze devastanti. Devastanti non
solo per il vivere civile, ma soprattutto per quattro ragazzi che
rischiano di passare la loro gioventù in prigione, perché qualcuno
ha deciso di schiacciare la resistenza valsusina sotto un tallone di
ferro.
Se
sottoporre i quattro ragazzi al regime di Alta Sicurezza 2 doveva
spezzare loro e far vacillare il movimento no tav, possiamo dire con
certezza che non è servito.
Non
è servito l’isolamento imposto ben oltre il periodo delle
indagini, contro quel che si legge nell’articolo 33
dell’ordinamento penitenziario e nell’art. 3 della Convenzione
europea dei diritti dell’uomo.
Non
sono servite la drastica limitazione delle ore d’aria, la censura
della posta la riduzione delle visite (permesse solo ai famigliari in
senso stretto, quindi non a compagni/e di vita e conviventi).
Non
è servita nemmeno la criminalizzazione mediatica.
Da
dietro le sbarre, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno spedito
lettere mai rassegnate, spesso ironiche, provocatorie, briose. Hanno
chiesto per sé più repressione, più isolamento e il divieto di
mangiare, hanno chiamato a testimoniare per la difesa «mio cugino
che mi vuole tanto bene»… Dulcis in fundo, hanno suggerito di
aggiungere Dudù il cagnolino di Berlusconi, alla surreale lista di
«parti offese» stilata dai PM.
Lista
che oggi include,senza il minimo intento umoristico, la
Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri, il III Reggimento
Alpini di Pinerolo, i carabinieri di Sestriere, la P.S. di Imperia,
la Guardia di Finanza di Torino…
Il
10 maggio si va in piazza.
A
sostegno delle vere «parti offese».
Per
la libertà di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e per la libertà
di tutti.
Per
l’aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val di Susa,
dell’Italia e del pianeta.
Contro
l’oscena accusa di terrorismo.
A
Torino, alle 14, in Piazza Adriano.
Noi
ci saremo.
Primi
firmatari: Marco Aime (antropologo e scrittore) – Paolo Cacciari
(giornalista) – Pino Cacucci (scrittore) – Massimo Carlotto
(scrittore) – Giulietto Chiesa (Giornalista) – Girolamo De
Michele (scrittore) – Valerio Evangelisti (scrittore) – Sabina
Guzzanti (attrice e regista) – Loredana Lipperini (giornalista,
conduttrice di Fahrenheit) – Valerio Mastandrea (attore e regista)
– Maso Notarianni (giornalista-Peace Reporter) – Alberto Prunetti
(scrittore) – Serge Quadruppani (scrittore) – Edoardo Salzano
(Urbanista) – Vauro Senesi (editorialista e vignettista) –
Cecilia Strada (presidente Emergency) – Guido Viale (economista) –
Wu Ming (collettivo di scrittori) – Zerocalcare (fumettista)
Le
adesioni sono in aggiornamento:
Ascanio Celestini (attore) –
Alberto Airola (portavoce al Senato del M5S) – Alberto Giovanni
Biuso (docente universitario) – Gian Paolo Serino (critico
letterario) – Raphael Zanotti (giornalista) – Marco Scibona
(senatore M5S) – Liliana Gualandi (giudice onorario al tribunale
dei minori di Milano) – Andrea Fumagalli (economista) – Claudio
Calia (fumettista) – Ugo Mattei (giurista) – Peter Freeman
(giornalista e regista) – Andrea Doi (giornalista) – Cristina
Morini (saggista e scrittrice) – Domenico Finiguerra (campagna Stop
al consumo del territorio) – Walter Ferrari (docente universitario
di Storia, scrittore) – Vito Crimi (senatore M5S) – Marco
Philopat (scrittore) – Nicola Morra (senatore M5S) – Maksim
Cristan (scrittore) – Daria Spada (cantante lirica) – Mariano
Tomatis (illusionista e scrittore) – Paolo Sollier (allenatore e
scrittore) – Alessandro (Bibi) Bozzato (regista e documentarista) –
Agenzia X (casa editrice) – Slavina (scrittrice e performer) –
Société Ethnobotaniqua Alpine, Moncenisio – Tania Preste
(storica) – Enrico Rennella (Ricercatore CNRS) – Maurizio
Pagliasotti (giornalista) – Lionello Gioberto (sindaco) – Ugo
Lucignano (Direttivo provinciale CGIL) – Elena Emilia Cicorella
(scenografa) – Margherita Fina (musicista) – Sandro Moiso
(scrittore) – Milvia Comastri – Roberto Gastaldo – Alfredo
Simone (giornalista) – Ettore Luzi (Ricercatore UNIFI) –
Fiammetta Benati – Paolo dalla Zonca (produttore radiofonico) –
Simone Garino (musicista) – Florian Mucci – Silvia Grinzato
(sindacalista CGIL) – Lisa Rigotti – Roberto Dosio (medico) –
Michele Di Filippo – Daniele Contardo (musicista) – Tullio Florio
(impiegato) – Daniele Verdolini – Ada Rota (docente università
di Torino) – Niccolò Busatta – Associazione FabioNews –
Liliana Piattone – Mimmo Stolfi (giornalista) – Davide Garetto –
Alessandro Saulini – Giacomo Ortona – Piero Leodi (redattore) –
Silvano Raise – Francesco Molinari (avvocato) – Ilaria Cesarino –
Camilla Zenobi (operatrice telefonica) – Francesca Pellegrino –
Franco Cometa – Giorgio Bianco – Paola Arioli – Fabio Luca –
Gianfranca Fois – Ferruccio Rizzi (amministratore pubblico,
pensionato) – Gisella Arioli – Giulio Nassini – Manuel Messina
(avvocato) – Massimiliano Martelli (PRC di Latina) – Maria Luisa
Loche – Claudio Durandetto – Nathalie Molin – Roberta Cicorella
(impiegata) – Enrica Noseda – Antonio Granieri (architetto) –
Chiara Tasselli – Azienda Agricola “Lou Rampar”, Torre Pellice
– Comunità Forestale della Costa, Torre Pellice – Jacopo
Rothenaisler – Giuseppe Titone (pensionato) – Patrizia Ravera –
Luigi Chiarella (attore, drammaturgo) – Graziella Teti – Paolo
Miletto – Donella Clarotti – Spaliviero Gian Paolo (scrittore e
disoccupato) – Luigi Antonozzi – Alessio Calvitti – Nicola
Romana – Giovanni Iaderosa (medico) – Sara Staffieri – Paolo
Cirelli – Paola Lucarelli – Linda Confalonieri (performer) –
Laura Colonna (performer) – Luigi Petronella – Mira Mondo –
Nicoletta Maldini (libraia) – Silvio Panatta – Francesca Frigeri
– Giulia Gadaleta (bibliotecaria) – Valentina Pasquale – Simone
Scaffidi Lallaro – Roberto Visentin – Bruno Carpani – Roberto
Solari (ANPI Mirano) – Tiziana Quirico – Nadia Crepaldi –
Viviana Colla – Mario Guanziroli – Nicola Bertasi – Melina
Caudo – Francesco Russo (funzionario pubblico precario) –
Cristiana Rita – Consuelo Possenti – Salvatore Giaconia (artista)
– Davide Morra – Anna Balderi – Fausto Gianelli (avvocato) –
Stefano Bonino – Luca Leoni – Livia Grossi – Elisa Tenconi –
Rosanna Zanella (traduttrice) – Simona Sorrentino – Stefania Di
Campli – Rosa Mordenti – Maurizio Colognola – Agnese Baini –
Massimo Galeazzo – Stefano Assogna – Gabriele Mainetti – Alba
Bus (impiegata) – Alfredo Moretti (formatore) – Dora Esposito –
Marco Fiorencis – 99 POSSE -
Gustavo
Esteva Figueroa (Universidad de la Tierra, Messico) – Monica
Mazzitelli (scrittrice e regista) – Fabrizio Lorusso (giornalista)
– First Line Press – Osservatorio sulla Repressione –
Collettivo Senza Slot Pavia – Elena Giuliani (comitato Piazza Carlo
Giuliani) – Italo Di Sabato – Lorenzo Armando (editore) –
Maurizio Vito (University of Arizona) – Gilberto Calzolari (medico)
– Carlo Zucchetti – Paolo Voltolini (Università di Ottawa) –
Eugenio Losco (avvocato) – Circolo “Comandante Muro” ANPI
Piacenza – Franco Pezzini (saggista) – Arnaldo Reviglio
(consigliere comunale Avigliana, capogruppo Avigliana Città Aperta)
– Gianluca De Angelis (ricercatore) – Fulvio Grimaldi
(giornalista) – Sandra Paganini (insegnante) – Alessandro
Peregalli – Liliana Omegna – Marta Finotti (legalteamitalia) –
Tamara Bartolini (attrice) – Anna Patrizia Patrignani – Luca
Demicheli (musicista) – Luca Filisetti – Lucietta Bellomo
(segreteria provinciale PRC Biella) – Stefano Girard (candidato M5S
elezioni europee) – Marta Tondo – Vincenzo Bolognese (musicista)
– Federico Milano (avvocato) – Francesco Giuseppe Conti –
Fabrizio Salmoni (giornalista) – Lucia Tartaglia (operaia) –
Cristiana Spinoni – Renato Sibille (teatrante) – Danilo Rossi
(musicista) – Fausto Renado (delegato CUB) – Liliana Sacchi –
Mario Cena (metalmeccanico) – Marco Bon – Rosanna Carpentieri –
Rosa Maria Colognola – Michelangelo Lanza – Greta Del Fabbro –
Paolo Sammuri – TG Vallesusa – Federico Repetto – Cristina
Claro – Sara Bianchi – Pietro Deandrea – Franco Favro
(pensionato) – Martino Coppola (geometra) – Maurella Bianco –
Giulia Franchi (land compaigner Re:Common) – Elena Gerebizza –
Antonio Tricarico – Oliviero Matta – Sonia Marzullo – Elena
Bondi – Tancredi Tarantino – Carlo Dojmi di Delupis (grafico) –
Diego Gullotta – Davide Gastaldo – Anna Grassini – Nadia Bagni
– Marco Arturi (Fiom) – Anna Lucia Tomelleri – Gemma Romano –
Luca Carboni (graphic designer) – Claudio Sbrago – Alberto
Agliotti – Clara Vajthò (animatrice e poeta) – Cristina
Campanerut – Barbara Ombrella – Andrea Ullo (set painter) –
Giorgio Moro – Ludovico Cassetta – Enrica Paccoi – Alessandra
Pavanello – Ignazio De Simone (musicista) – Roberta Dalpasso
(impiegata) – Martina Pagliucoli – Luca Piercecchi (traduttore) –
Veronica Siracusano Raffa – David Biagioni – Francesco Talanti
(studente, lavoratore) – Alessandra Spillabotte – Tiziano Berardi
(musicista) – Luca Ardemagni – Francesco Cecchini (scrittore) –
Leonella Basiglini – Alessandro Bastasi – Antonello Martelli –
Chiara Marzocchi – Alessandro Tagariello (docente) – Mario Bertea
(USB Comune di Torino) – Tiziana Liguori – Andrea Rapini –
Michela Damasco – Ingrid Anastasia Pedrazzini (laureanda in
filosofia) – Marco Barone (blogger, attivista) – Sara Boschi –
Livia Vittoria Claudia Brambilla – Paolo Bazzicalupo – Paola Di
Paolo – Marcello Cavalieri (impiegato) – Luca Casarotti
(collaboratore di Carmilla) – Daniela Maldera (operatore culturale)
– Mariella Meo – Renato Rocci – Pierluigi Richetto – Gino
Folletti – Fiorenza Bettini (attivista del Forum dei Movimenti per
l’Acqua) – Nataniela Piccoli – Michaela Uccelli – Francesca
Maratia – Francesca Pesce – Martina Grifoni – Fabio Urbinati –
Raffaella Formato – Matteo Urbinati – Francesco Urbinati –
Vladimiro Lionello – Caterina Greco – Claudia Pavan (assistente
alla regia) – Paolo Ranucci – Mariagrazia Tesse – Beatrice
Zuccaro – Salvatore Talia – Lorenzo Mancuso – Gaia Capogna –
Daniela Pantaloni (ex insegnante di diritto) – Roberto Colarullo
(ex insegnante di diritto) – Christian Nasi – Lisa Bonnet –
Barbara Parracino
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