Antonio è il “dinosauro” più vecchio e completo d'Europa,
scoperto nel 1994 da Tiziana Brazzatti, al Villaggio del Pescatore in
provincia di Trieste. Per rendere la giusta memoria ad Antonio ed
alla sua scopritrice ho deciso di intervistare la protagonista di
questa poco conosciuta storia tutta nostrana. Emergeranno particolari
interessanti e la determinazione di una donna che ha dovuto
combattere contro sistemi, schemi, in un mondo ed una società ove la condizione di parità tra generi è difficile, per
emergere e far emergere quel piccolo dinosauro che il mondo ci
invidia e che il così detto Bel Paese si permette di trattare come
una cosa qualunque, quando di qualunque ha veramente poco, a partire
dalla sua scoperta.
Marco Barone
Era il 1994 e la tua
vita in un certo senso cambierà, cosa è accaduto nei pressi della
cava situata al Villaggio del Pescatore?
Nel
1994 stavo per laurearmi alla Facoltà di Scienze Geologiche dell'Università di Trieste. Oltre alla tesi di laurea mi dedicavo
anche alla stesura di una tesina in Rilevamento Geologico della zona
di Villaggio del Pescatore nel Comune di Duino Aurisina in provincia
di Trieste. Allo scopo di verificare un'ipotesi di faglia vicino alla
cava mi sono addentrata in un intricato boschetto di rovi. Misurando
con la bussola la disposizione spaziale di alcuni affioramenti di
rocce calcaree esposte in superficie mi sono ritrovata di fronte
qualcosa di strano. Era la mano di un rettile! Era proprio la parte
terminale di una zampa anteriore di quel dinosauro chiamato oggi
Antonio.
Perché è
importante Antonio?
La
scoperta del dinosauro Antonio presenta un grado di eccezionalità e straordinarietà che mai nessuno avrebbe immaginato. È il primo
dinosauro completo al 98% rinvenuto integro ed in connessione
anatomica in Italia e poi è l'unico esemplare di dinosauro completo
in Europa.
Vi è stata una
diatriba sul sesso di Antonio, si può dire con certezza che è
maschile?
Purtroppo,
non sappiamo ancora se Antonio fosse femmina o maschio. Per poter
affermarne con certezza il sesso sarebbe necessario studiare più
esemplari allo scopo di poter confrontare per esempio le ossa del
bacino, che di solito hanno una disposizione diversa tra soggetti
maschili e femminili.
A tal proposito, vi
sono state polemiche sulla paternità o meglio maternità della
scoperta cosa è accaduto?
La
polemica emersa dopo il 2000, anno della presentazione ufficiale del
dinosauro Antonio alla comunità scientifica è del tutto infondata,
poiché la cronologia dei fatti è piuttosto chiara. Negli
anni '80 un appassionato di minerali ha rinvenuto alcuni resti
fossili vicino alla cava del Villaggio del Pescatore prelevandone
alcuni campioni. Per anni ha mantenuto segreto il fatto, poi ha
coinvolto un amico, appassionato di fossili che ha fatto eseguire
delle sezioni sottili delle ossa, scoprendo che appartenevano a dei
grossi rettili. Soltanto nel 1990 con grande scalpore comparve sul
quotidiano locale la notizia del rinvenimento di reperti di dinosauri
sul Carso triestino. Negli anni 1992, 1993 vennero prelevati tutti i
fossili dei reperti segnalati dai due appassionati, con regolari
concessioni di scavo ad opera del Museo di Storia Naturale di
Trieste. Il giacimento sembrava fosse esaurito, in quanto in quegli
anni venne perlustrato da geologi, paleontologi, tecnici per gli Scavi, ma nessuno notò la mano di Antonio, che difatti è stata
rinvenuta il 25 aprile del 1994 dalla sottoscritta. Soltanto nelle
successive campagne di scavo nel 1995 e 1996 venne estratto il blocco
di roccia che conteneva l'arto anteriore di Antonio e che ha dato poi
la conferma alle Istituzioni che il dinosauro continuasse in
profondità. I due appassionati hanno affermato più volte che
avevano trovato l'affioramento di Antonio prima di me. Mi chiedo
perché allora non l'abbiano segnalato al Museo ed alla
Sovrintendenza prima del mio ritrovamento!
Hai avuto qualche
riconoscimento internazionale? Ed in Italia?
Ho
avuto un unico riconoscimento da parte della "Federazione
Europea Mineralogia e Paleontologia" nell'ottobre del 1999 a
Riccione, quando ho tenuto una conferenza e una proiezione di
diapositive su questa grande scoperta.
Quanto è difficile
o quanto era difficile essere donna anche in questo campo?
La
strada da percorrere nel superare le differenze di genere nel settore
della Geologia sia ancora molto lunga. Questo campo di studi
scientifici è ancora quasi ad esclusivo appannaggio degli uomini.
Forse una breccia femminile si è creata nel campo della
Paleontologia in Italia in questi ultimi anni, ma ci vuole ancora
molto impegno da parte nostra per raggiungere una certa parità di
ruoli.
Sembra che vi sia la
possibilità che in quel sito vi siano altri dinosauri, è vero?
Si,
è vero! Lo scavo per estrarre il blocco in cui era contenuto
Antonio, effettuato con tecniche tipiche delle cave di marmo ha messo
in luce sul pavimento calcareo ulteriori ossa. Si pensa che al di
sotto della superficie calpestabile ci siano addirittura almeno 11
dinosauri.
Che attenzione vi è
da parte delle istituzioni verso quel sito? E' rivalutato in modo
idoneo per l'importanza che riveste?
Questo
sito paleontologico che la nostra città ha la fortuna di possedere
sul proprio territorio, non credo abbia l'attenzione che merita.
Essendo una delle più importanti scoperte della Paleontologia
italiana del ventesimo secolo, potrebbe ritenersi degno di una
migliore valorizzazione sia dal punto di vista scientifico che
turistico. Ma come spesso accade in Italia, le Istituzioni
scientifiche e gli Enti pubblici non sanno mettere insieme le loro
energie per agire nel migliore dei modi nell'intento di salvaguardare
e far conoscere questo inestimabile patrimonio paleontologico.
Antonio ora dove si
trova?
Il
nostro dinosauro triestino si trova esposto in una sala del Museo di
Storia Naturale di Trieste.
Infine, perché è
stato chiamato Antonio?
Sembra
che il nome Antonio gli sia stato dato per ricordare il primo
direttore degli scavi, il geologo Antonio Klingendrath.
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