Ci
risiamo.
Che
fare?
Sostenere
o non sostenere la lista Tsipras? Una lista dalle mille
contraddizioni, che procura diversi malumori, ma che ad oggi è
l'unica ad avere un piccolo profumo di sinistra sociale, nonostante
tutto quello che racchiude e rappresenta in Italia? Hanno
votato 18.416 persone alle consultazione in rete per decidere il nome della lista e con 7.673 voti si chiamerà L'altra Europa
con Tsipras la lista, appunto, che ha lo scopo di rinchiudere una parte della
complessa ed articolata galassia della sinistra parlamentare ed
extraparlamentare italiana per le prossime elezioni europee. I
candidati sono stati scelti tenendo conto di questi criteri: La
notorietà del candidato proposto (non si può, soprattutto per le
teste di lista, puntare su persone, ancorché espressione di un
intenso impegno politico, sociale o culturale, che siano ignote o
poco note al pubblico vasto dell’elettorato a cui intendiamo
rivolgerci); 2. La rappresentatività nei movimenti di opinione e di
lotta degli scorsi anni; 3. L’alternanza di genere (una donna e un
uomo o un uomo e una donna); 4. Un’ampia presenza di giovani; 5.
Nella composizione della lista l’esigenza che l’insieme, nei
limiti del possibile, sia rappresentativo di tutte le regioni
comprese nella circoscrizione elettorale; 6. La capacità di attrarre
consensi presso elettorati tra loro non sovrapponibili; 7. Per ogni
circoscrizione va individuato un capolista che sia il volto più
riconoscibile della nostra proposta. Dobbiamo essere consapevoli che
la riuscita sta nella qualità delle nostre liste e nell'avere alcune candidature di forte prestigio, che le facciano da traino .
Ed
il 5 marzo questi i nomi scelti dopo una procedura di consultazione
tanto rapida quanto problematica, poiché ha già diviso.
Collegio
Nord Est
Assunta
Signorelli
Camilla Seibezzi
Eduardo Salzano
Carlo
Salmaso
Maria Cristina Quintavalla
Riccardo Petrella
Ivano
Marescotti
Stefano Lugli
Annalisa Comuzzi
Isabella
Cirelli
Oktavia Brugger
Piergiovanni Alleva
Adriano
Prosperi
Paola Morandin
Collegio
Nord Ovest
Giuseppe
Viola
Alfredo Somoza
Giuliana Sgrena
Stefano Sarti
Pierluigi
Richetto
Alessandra Quarta
Dijana Pavlovic
Argyrios
Panagopoulus
Andrea Padovani
Daniela Padoan
Nicolò
Ollino
Carla Mattioli
Lorena Luccatini
Anita Giurato
Mauro
Gallegati
Domenico Finiguerra
Nicoletta Dosio
Moni
Ovadia
Loredana Lipperini
Curzio Maltese
Collegio
Centro
Rossella
Rispoli
Felice Pizzuti
Sandro Medici
Roberto Mancini
Lucia
Maddoli
Francuccio Gesualdi
Marco Furfaro
Tommaso
Fattori
Luca Casarini
Raffaella Bolini
Fabio Amato
Maria
Nazzarena Agostini
Lorella Zanardo
Barbara Spinelli
Collegio
Sud
Claudio
Riccio
Antonio Maria Perna
Valeria Parrella
Teresa
Masciopinto
Eleonora Forenza
Raffaele Ferrara
Enzo Di
Salvatore
Riccardo Di Palma
Antonio Di Luca
Gaetano
Cataldo
Anna-Lucia Bonanni
Costanza Boccardi
Franco Mario Arminio
Silvana Arbia
Barbara
Spinelli
Ermanno Rea
Barbara Spinelli
Collegio
Isole
Olga
Nassis
Antonio Mazzeo
Simona Lobina
Antonientta Leto
Mario Cicero
Maria Elena Ledda
Il
giorno 8 marzo è stato invece comunicato che Valeria Grasso ed Antonia Battaglia non verranno più candidate.
La lista che vede in
Tsipras, ex militante del Partito Comunista Greco, il nuovo leader
della sinistra moderatamente radicale istituzionale della sinistra
europea, vede il
sostegno di varie forze politiche, SEL in primis, Rifondazione
comunista in secundis, la galassia della CGIL, il mondo dell'Arci,
critico invece il PDCI per il fatto che è emersa l'esclusione
dalle liste di ogni iscritto al Partito dei comunisti italiani. Vi
sono espressioni di varie componenti individuali movimentiste, che
non potranno rappresentare però i movimenti, penso al No Tav, o No
Muos, no debito, o movimenti per la scuola pubblica od acqua
pubblica. Chi proviene da queste realtà ben è consapevole che
essere attivista No Tav, per esempio, non significa che il movimento
No Tav presti il suo consenso ad una iniziativa elettorale o politica
di tale fattura. Saranno scelte individuali che non devono intaccare
l'integrità dei movimenti che devono rimanere immuni dai processi
elettorali. Certamente queste elezioni europee saranno importanti e
significative. Si guarderà con preoccupazione al mondo dell'estrema
destra, della destra sociale, che probabilmente troverà consenso
diffuso, anche se non esplosivo, ma in ogni caso da non
sottovalutare, in paesi come la Francia, l'Europa dell'Est, e forse
anche la Germania. La lista l'altra Europa ha un programma generico, prevalentemente incentrato su questioni economiche, manca, nel manifesto almeno, il riferimento, per esempio, ai diritti civili, salvo la questione migranti, ed un richiamo netto all'antinazifascismo, cosa grave, poichè anche se dato come valore "assodato" in questa area politica, è sempre un bene scriverlo nero su bianco anche alla luce di quello che accade in Europa. Un programma che non ha convinto pienamente la sinistra movimentista e radicale italiana, così come non ha convinto la fretta dovuta al ritardo che ha portato alla scelta dei nomi chiamati ad essere rappresentativi di certe istanze.Sicuramente eclatante è il caso Camilleri, che non risulta essere candidato, ma
non è l'unico che ha creato diversi mal di pancia. Eppure lo stesso
Camilleri aveva sottoscritto l'appello per la diffusione di questa
lista con il suo programma racchiuso in questi dieci punti:
Porre
fine all’austerità e alla crisi, con
gli strumenti indicati nei 10punti del piano
Avviare
la trasformazione ecologica della produzione,
per rispondere alla crisi ambientale e dare priorità alla qualità
della vita, alla solidarietà, all’istruzione, alle fonti
energetiche rinnovabili, allo sviluppo ecosostenibile
Riformare
le politiche europee dell’immigrazione,
rifiutando il concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme
di discriminazione, e garantendo invece i diritti umani,
l’integrazione, il diritto d’asilo e le misure per la
salvaguardia dei migranti, costretti ad affrontare viaggi in cui è
a rischio la loro stessa vita
I
contenuti principali del Piano in dieci
punti contro
la crisi sono:
-
la
fine immediata dell’austerità,
“una medicina nociva somministrata al momento sbagliato”, che ha
portato al primato di 27 milioni di disoccupati in Europa e all'ingiustizia di intere generazioni derubate del loro futuro
-
un
programma di ricostruzione economica,
finanziato direttamente dall'Europa tramite i prestiti a basso
tasso d'interesse, e centrato sulla creazione di posti di lavoro,
sullo sviluppo di tecnologia e infrastrutture
-
la
sospensione del patto di bilancio europeo (Fiscal
Compact), che attualmente impone il pareggio di bilancio anche ai
paesi in gravi difficoltà economiche, e che deve invece consentire
gli investimenti pubblici per risanare l’economia e uscire dalla
crisi
-
una
Conferenza europea sul debito,
simile a quella che nel 1953 alleviò il peso del debito che gravava
sulla Germania, e le consentì di ricostruire la nazione dopo la
guerra
-
una
vera banca europea,
che in caso di necessità possa prestare denaro anche agli stati e
non solo alle banche, e che fornisca prestiti a basso tasso di
interesse agli istituti di credito, a patto che accettino di fornire
credito a costi contenuti a piccole e medie imprese
-
una
legislazione europea che
renda possibile tassare i guadagni che derivano dalle operazioni
finanziarie, oggi fiscalmente colpite molto meno del lavoro
Per
rendere possibile questo cambiamento, afferma Tsipras, “dobbiamo
influenzare in modo decisivo la vita dei cittadini europei. Non
vogliamo semplicemente cambiare la attuali politiche, ma anche
estendere l’interesse e la partecipazione delle persone alla
politica, fin nella stesura delle leggi europee. Per questo dobbiamo
creare un’alleanza politica e sociale più ampia possibile”. La
crisi dell’Europa non è solo economica e sociale, è anche crisi
di democrazia e di fiducia. A questa crisi noi possiamo e dobbiamo
rispondere, con “un
movimento per la costruzione democratica di un’unione che oggi è
solo monetaria”. “Per
ricostruire l’Europa - conclude
Tsipras - è
necessario cambiarla. E dobbiamo cambiarla adesso, perché
sopravviva. Mentre le politiche neo-liberiste trascinano indietro la
ruota della Storia, è il momento che la sinistra spinga avanti
l’Europa”.
Insomma
non è una lista certamente rivoluzionaria, vi sono alcuni nomi noti
nel panorama della cultura e del conflitto, diciamo così, italiano,
ma non è neanche una lista a cui si possono chiudere certamente a
priori le porte in faccia, ad oggi almeno. Perché rilevato che non si vedono processi rivoluzionari in grado di
scardinare l'esistente ed il pregresso, le regole del gioco, piaccia
o non piaccia, si scrivono in Europa, si deve essere anche pragmatici
e realisti. I movimenti radicali continueranno ad essere tali, chi
non ha votato prima, chi non ha votato rifondazione, Sel, i verdi o
non sostiene il mondo della CGIL o quello collaterale della stessa,
non voterà per questa lista, così come non ha votato in passato, e
continuerà a fare le sue lotte così come ha sempre fatto. Però è
inutile girarci intorno. Esiste un problema serio. Questa lista
arriva in ritardo, con estremo ritardo. Un ritardo che pagherà
caramente, e se queste elezioni vedranno crescere la consistenza di forze neofasciste o neonaziste ed anche il loro possibile approdo in
Parlamento europeo, è inutile negare che è importante avere anche
l'altra parte della bilancia, moderata o non moderata che sia, e la
lista l'altra europa , ad oggi, è l'unica che potrebbe garantire
questo tipo di controllo e vigilanza ed essere punto di riferimento,
non vincolante, per il mondo della sinistra extraparlamentare. Aspettando
di conoscere anche le entità delle donazioni che riceverà questo
progetto, non solo in Italia ma anche in Europa, che verranno
pubblicate in rete, e che magari possano smentire anche quelle voci
che vorrebbero il sostegno attivo verso la lista Tsipras da parte del
capitalista Soros, cosa che se dovesse corrispondere al vero sarebbe
di una gravità unica, altro non si può fare che votare o non votare.
Chi
deciderà di andare a votare,alle prossime elezioni europee, a parer
mio non potrà che sostenere questa lista, perché è l'unica che ha
un piccolo profumo di sinistra sociale in grado di contrapporsi
all'estrema destra sociale e nello stesso tempo di vigilare
all'interno delle istituzioni europee, pensare che questa lista possa
mettere in discussione il processo di austerità della UE è
illusorio ed irrealizzabile, poiché l'UE ha intrapreso una via senza
ritorno, e scrivo ciò nonostante le evidenti contraddizioni ed i
numerosi mal di pancia che si dovranno fronteggiare, cosa di cui sono
consapevole e pienamente cosciente, oramai è di questo che ci si
deve accontentare, ovviamente dopo aver verificato chi sostiene
economicamente questo progetto, altrimenti, semplicemente, non si andrà
a votare mandando letteralmente a quel paese, senza ritorno alcuno,
ogni processo “democratico” di consultazione elettorale e quello che sarà,beh,sarà.
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