Sono
cresciuto con le canzoni di Venditti,non per scelta,ma perché mio
padre era un fan di Venditti. Ricordo i lunghi viaggi in macchina,
dalla Calabria, già quella Calabria che Venditti ha in passato
offeso, verso la Sicilia con le sue canzoni. Mio padre non è mai stato certamente uno di sinistra, figuriamoci comunista, ma Venditti era molto amato a sinistra,
penso alla sua canzone dedicata a Berlinguer od alla condanna a sei
mesi con la condizionale per vilipendio alla religione di Stato. Però
poi fu tutto un piccolo equivoco. Lui non criticò Gesù, ma gli fece
anzi un complimento nel definirlo fico. Ma il Tribunale non volle
sapere nulla ed apriti cielo, diventato anche mito nel mondo dei
laici di sinistra. Passano gli anni, cresci, maturi e Venditti non lo
ascolterai più, questione di gusti musicali? Non solo.
«Ho
votato per Rutelli, ma una cosa va detta chiaramente: stavolta è
stata punita l’estetica della sinistra (...) Non ho pregiudizi
ideologici di alcun tipo e voglio ricordare che Alemanno quando era
Ministro dell’Agricoltura era più a sinistra di molto dirigenti
del centrosinistra». Antonello Venditti senza peli sulla lingua. Il
cantautore romano, un po' a sorpresa, elogia il neo sindaco della
Capitale, esponente del Pdl: «Molte persone di sinistra - spiega
Venditti - hanno votato per Alemanno perché era una delle poche
persone votabili, è stata premiata la sua cifra umana e la sua
persona».
Nell'86
ho scritto: "C'è un cuore che batte nel cuore di Roma".
Serviva un candidato simbolo di Roma e che vivesse a Roma. I romani
conoscono poco Marino. Ma forse sono io che conosco poco il Pd.
Perchè appoggiando a livello di governo Berlusconi, il Pd appoggia
anche Alemanno. E allora, non capisco per quale motivo devo votare un
candidato di un partito che sul piano nazionale convive con
Alemanno».
Ma
veniamo al dunque di quella frase, onore ai martiri delle foibe(sic erat scriptum) .
Foibe
e Trieste. "Lasciamo
stare le Foibe, che sarete stufi di sentirle nominare". "Sono
cresciuto a Roma nel quartiere Trieste, quartiere fascista. C'è
qualche fascista in sala? Speriamo di no." Questi furono alcuni
passaggi di Antonello Venditti espressi durante lo spettacolo al
Politeama Rossetti di Trieste.
Critiche
e contro-critiche e qualche giorno dopo ecco arrivare la replica che
riporto integralmente come pubblicata il 12 febbraio 2014 sulla sua
pagina facebook “Noto con disgusto che il fascismo mediatico non
è morto, al contrario è vivo e vegeto e detta le sue luride
leggi. Il Comunismo invece è morto da tempo, perché nelle sue
forme più aberranti è diventato puro fascismo. Io sono un uomo
libero e penso di essere molto lontano dall’uno e dall’altro: il
mio concerto ne è la mia testimonianza più pura. Credo che sia
assurdo il solo pensare che una persona come me possa negare il
dramma delle Foibe che sono il risultato e l’effetto di un modo di
pensare vigliacco e assassino. Non mi sono soffermato su questo
dramma perché il mio concerto è ricco di parole, di concetti di
libertà e solo per parlare delle Foibe avrei dovuto spendere
certamente più delle quattro ore di concerto che ho dato al mio
pubblico. Dando per scontato l’assoluto disgusto verso quel
dramma vissuto da tutto il popolo Istriano, il solo pensare che io
possa essere dalla parte dei carnefici mi fa sentire parte di un
paese ancora molto distante da qualsiasi forma di pacificazione. Io
porto la pace e la libertà nel mio cuore, libertà per la quale ho
lottato, in nome della quale vi chiedo di chiudere questa stupida e
strumentale polemica. Onore ai Martiri delle Foibe e un abbraccio
forte alla città di Trieste. Un Italiano libero Antonello”
Per
la cronaca questo suo commento ha avuto più di 2.611 mi piace,240
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Cresciuto
nel quartiere Trieste di Roma, certo , in via Zara,certo, quartiere
fascista, certo, ma quella sua frase, onore ai martiri delle foibe è
tipica dell'area fascista.
Queste
alcune foto che si possono trovare in internet di gruppi, certamente non di sinistra, che
utilizzano quella frase:
Questo
è quello che ha scritto l' Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia di Parma e l' Ass. Naz. Perseguitati
Politici Italiani Antifascisti di Parma il 20
dicembre 2010 a proposito dell'utilizzo maritiri delle foibe:
“Martiri
delle foibe” è un’espressione che mistifica la storia di quanto
accaduto, segnatamente nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945,
al confine nordorientale dell’Italia con l’allora Jugoslavia, che
tende a rivalutare elementi ed esponenti, alcuni dei quali colpevoli
anche di gravi crimini di guerra, delle forze armate e
dell’amministrazione dell’Italia fascista che aveva aggredito la
Jugoslavia e occupato militarmente suoi territori, che rischia di
ravvivare pericolosi sentimenti nazionalistici, che non rende
giustizia neanche alle vittime innocenti. Vi
furono, nel contesto della guerra, italiani vittime innocenti, buona
parte dei morti delle foibe sono stati però militari, capi fascisti,
dirigenti e funzionari dell’amministrazione italiana occupante la
Jugoslavia, collaborazionisti. Militari italiani che nelle zone di
confine e del litorale adriatico dopo l’8 settembre ’43
combatterono in realtà alle dipendenze nemmeno della Repubblica
Sociale di Salò ma direttamente della Germania nazista. E’
sbagliato e grave definire “martiri” questi morti e accomunarli
alle vittime innocenti. La
legge 92 del 2004 istitutiva del «Giorno del ricordo» in memoria
delle vittime delle foibe non conferisce loro il titolo di “martiri”,
in alcun passaggio, né nel testo, né nel titolo; nel titolo fa
semmai un riferimento più generale alle «vicende del confine
orientale». Vicende
e tragedie, come quella delle foibe, la cui causa prima è stata il
fascismo. Che prima scatenò la violenza squadrista contro le
popolazioni slave delle zone di confine, poi procedette alla
“italianizzazione” forzata delle stesse, infine aggredì
militarmente la Jugoslavia occupandone vasti territori. Parma,
culla e simbolo dell’antifascismo, città delle Barricate del ’22
e medaglia d’oro della Resistenza, non può onorare con la dedica
di una sua via quella parte non trascurabile dei morti delle foibe
che comprende fascisti dichiarati, alcuni dei quali responsabili di
gravi atti criminali. Parma
città gemellata con la città della ex Jugoslavia Lubiana, attuale
capitale della Slovenia, che dal fascismo fu occupata e fatta
provincia d’Italia, dev’essere esempio di comprensione e incontro
fra popoli di nazionalità diverse ed evitare ogni atto che possa
indurre ripresa dei sentimenti nazionalistici e razzisti che sono
minaccia alla pacifica convivenza fra i popoli diversi. Per
questi motivi riteniamo che il ricordo dei tragici fatti delle foibe
non possa avvenire in termini di celebrazione delle vittime e
pertanto chiediamo di non ricordare i morti delle foibe col nome
«martiri»".
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