Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ma si aboliscono realmente le province?




Pensiamo ad una Regione come il Friuli Venezia Giulia, che oltre ad essere a Statuto speciale ha mille particolarità, che non sono campanilismi, ma identità e specificità territoriali spesso inconciliabili tra di loro. Molti fantasticavano sul futuro assetto territoriale in FVG sia alla luce della Legge Regionale che abroga le province che alla luce del nuovo progetto di Legge, in fase di approvazione nelle aule parlamentari che è molto simile a quello del Friuli Venezia Giulia che in ogni caso necessita ancora di alcuni iter legislativi prima di diventare definitivo. Ritorneranno i Circoli di Gorizia, di Trieste? Monfalcone ritornerà sotto Trieste? Ed Udine si prenderà mezza Regione ? E Pordenone? E Gorizia, finirà sotto Trieste o Udine?
Vi immaginate la terra delle osmize unita a quella delle private?
O il furlan esteso in Bisiacaria?
Apriti cielo.
Già i forconi, pale e rastrelli erano pronti per essere spolverati ed utilizzati per rivolte territoriali.Quello che non sono riusciti a fare i  francesi con la loro breve, anche se violenta occupazione, stava per riuscire l'Italia di questo nuovo millennio. Ma a quanto pare Pordenone, Gorizia, Trieste ed Udine, salvo capovolgimenti finali, continueranno, nella loro divisione territoriale, a rimanere così come sono oggi. Forse sarà la realizzazione della città metropolitana che potrebbe mutare qualche assetto, ma nulla di sconvolgente. No, non verranno abrogate le province, nel senso di divisione territoriale e di identificazione locale ma verranno colpite, duramente, le fondamenta politiche che hanno caratterizzato la storia di questi enti, di cui in Italia, in molti casi, si è esercitato un vero abuso in piena armonia con logiche clientelari e di corruzione che hanno contribuito a trasformare questo Paese in una immensa palude, visto che va di moda la palude, parliamo di palude.
In base al nuovo disegno di legge il presidente della provincia verrà eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia. Il presidente della provincia rappresenterà l’ente, convocherà e presiederà il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, sovrintenderà al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti ed eserciterà le altre funzioni attribuite dallo statuto e durerà in carica quattro anni.

Altro organo importante sarà l'assemblea dei sindaci che avrà poteri propositivi, consultivi e di controllo secondo quanto disposto dallo statuto. L’assemblea dei sindaci sarà formata dai sindaci dei comuni appartenenti alla provincia. 

Il consiglio provinciale sarà composto dal presidente della provincia e da sedici componenti nelle province con popolazione superiore a 700.000 abitanti, da dodici componenti nelle province con popolazione da 300.000 a 700.000 abitanti, da dieci componenti nelle province con popolazione fino a 300.000 abitanti.Il consiglio provinciale durerà in carica due anni e verrò eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della provincia. 

La provincia verrà intesa quale ente con funzioni di area vasta, ed eserciterà alcune funzioni come la pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; gestione dell’edilizia scolastica; controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.

La legge garantisce, per il personale dipendente da questi enti, anche e ci mancherebbe i rapporti di lavoro a tempo indeterminato già in corso, nonché quelli a tempo determinato fino alla scadenza prevista e il mantenimento degli stessi trattamenti oggi in essere .Insomma più che di abolizione delle province si deve parlare di riorganizzazione politica e non territoriale delle province .


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