Si
dibatte molto sul concetto di memoria condivisa, ma di condiviso vi
buon essere ben poco se non la realizzazione dell'atto, l'elemento
cognitivo che fa la differenza, nell'ottica della memoria, è la
prospettiva da cui si guarda la realizzazione dell'atto, ciò che ha
portato all'atto, ciò che ha determinato l'atto, il perché dell'atto, ed ovviamente, cosa a dire il vero oggi poco ovvia, la
contestualizzazione storica, economica e sociale e politica dell'atto
medesimo. La memoria condivisa nutre la presunzione di imporre non solo la ovvia realizzazione dell'atto come elemento da ricordare, ma di troncare
ogni contorno che possa essere scomodo e turbare l'ordine
prestabilito dal potere. Il contorno non è un semplice elemento che conferisce un sapore ora aspro ora dolciastro all'atto, il contorno è
la cornice che permette di capire il come, il perché, si è arrivati
a quell'atto. Il contorno consente la realizzazione del dissenso critico. Spogliare il quadro dell'atto dalla sua naturale
cornice, offrirà alle generazioni che verranno solo la visione
dell'atto in sé, ma senza la comprensione del perché, un perché complesso, articolato e spesso scomodo, un perché che pone in discussione quell'equilibrio sul quale il sistema ha edificato le
proprie colonne portanti e reggenti la sua verità. Ma un mondo con
una sola verità, con il dogma, non sarà un mondo che potrà offrire
la giusta dignità alla vita ed ogni critica verrà omologata come eresia da condannare. Come
è noto con la dichiarazione del Parlamento
europeo del 10 maggio 2012 si è preso l'impegno sul sostegno
all'istituzione di una Giornata europea in memoria dei Giusti
. Nel testo della dichiarazione si legge “Richiamando il grande
significato morale del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, istituito
dal compianto Moshe Bejski per rendere omaggio a coloro che hanno
aiutato gli ebrei durante l'Olocausto"(...) “ricordando le istituzioni che hanno onorato le persone che hanno
salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa
(come ad esempio quelli di cui sono stati vittime armeni, bosniaci,
cambogiani e ruandesi) e degli altri crimini contro l'umanità
commessi nel ventesimo e ventunesimo secolo”: “rammentando tutti
coloro che hanno salvaguardato la dignità umana durante i periodi
totalitari del nazismo e del comunismo”. Ora
diversi deputati italiani, sia di destra, che di centro, che di
sinistra, hanno presentato una proposta di legge, il 30 gennaio 2014,n°2019, che raccoglie questa
proposta del Parlamento europeo e che vuole istituire in Italia il 6
marzo il giorno dei Giusti, con tutte le iniziative del caso, dal
coinvolgimento delle scuole, alla realizzazione dei giardini dei
Giusti e così via discorrendo. Anche
nel testo della citata proposta di legge si evidenzia, quando si
parla di periodi totalitari, il riferimento al “nazionalsocialismo
ed allo stalinismo”, non si parla invece del fascismo, così come accade anche nel testo del Parlamento europeo, anche lì omesso.
Dimenticanza? No.
Nell'ottica della memoria condivisa il fascismo non viene
identificato come regime o periodo totalitario, e ciò è il prezzo
che la verità deve pagare a causa dell'accordo come maturato tra le
forze alleate e gli italiani “brava gente”per opporsi, in quel tempo, al pericolo "comunista". I criminali fascisti
sono rimasti impuniti, quando si parla di campi di concentramento si
pensa solo a quelli tedeschi, quando si pensa all'olocausto si guarda
solo al nazismo, minimizzando le responsabilità italiane e
dimenticando che il fascismo ha de facto anticipato le leggi razziali
con i suoi processi ignobili e violenti di italianizzazione proprio
nel confine orientale, e ben prima della proclamazione delle leggi
razziali del 1938. Quando si parla di violenze totalitarie si parla
di stalinismo o nazismo, ed ultimamente della Jugoslavia
sotto il periodo di Tito in
relazione alla vicenda degli esuli dalmati, fiumani, istriani, mentre
si omette totalmente tutta la violenza che hanno subito oltre cento
mila persone appartenenti alle comunità slavofone, costrette
all'esodo, che viene etichettato come emigrazione, dall'Italia a
causa del regime fascista, giusto per citare alcuni eclatanti esempi. Ed
infine non si deve dimenticare che tale giornata nasce all'interno di
un quadro sistemico capitalistico che si auto assolve, e vuole
dissolvere ogni ideologia, da demonizzare, che possa minare la sua
essenza, l'ideologia oggi è il male dei mali, quando lo stesso
capitalismo, penso alle guerre per il profitto, alla vigliaccata
delle guerre “umanitarie”, è il primo regime da condannare, ed è l'unica ideologia che deve regnare, ed
allora mi domando può essere considerato tra i giusti chi si è
opposto al capitalismo? Al suo regime? Vittorio Arrigoni, più
volte minacciato, arrestato e pestato dalle forze di sicurezza di
Israele, che lo ha inserito nella lista nera delle persone sgradite
e che si è ribellato alla violenza del sistema sionista, è stato
inserito nel giardino dei Giusti di Pistoia, ma sarà così anche per
coloro che si ribellano
contro il sistema globale dominante? Insomma
quale memoria nella memoria?
Marco Barone
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