Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste libera, ma dai meridionali?


Sul sito Trieste libera è stato pubblicato un intervento dal titolo il Clan, che denuncia il sistema di corruzione, mafioso, massonico ed italiano che in sostanza  avrebbe affossato Trieste, ovviamente in violazione del solito Trattato di Pace. Che esiste un sistema omnimafioso e di corruzione in Italia è noto e visto che Trieste è in Italia ovviamente è difficilmente immune da tutto ciò. Ma ad un certo punto si leggerà “Il numero di alti funzionari provenienti in buona parte dall’Italia meridionale, e la loro permanenza pluridecennale in posizioni chiave, è sintomatico di questa colonizzazione attuata con i metodi propri di questa “rete” massomafiosa. A partire dal vertice della piramide del potere, ovvero l’autorità giudiziaria” . Cosa si vuole insinuare quando si scrive che la maggior parte dei funzionari provengono dall'Italia meridionale? Perché specificare l'origine meridionale e non limitarsi genericamente a  funzionari ? Che necessità vi era di precisare l'origine territoriale? Domanda,ahimè, retorica. Che Trieste sia stata oggetto del processo di italianizzazione è un fatto noto, in primis con l'arrivo di quelli che venivano e vengono ancora oggi chiamati regnicoli, e dunque? Si rischia la solita equazione figlia di quella ignoranza che ha supportato per anni le logiche razziste della lega nord, siciliano uguale mafioso, calabrese uguale ndranghetista, campano uguale camorrista. E' ciò che tale passaggio rischia in modo non poi tanto velato di lasciare intendere nella sua pregiudizialità inqualificabile. Ma non finisce qui. Ad un certo punto si scriverà anche che “a Trieste la sezione civile e fallimentare del tribunale è guidata da un giudice siciliano che vi ha messo radici” ed ancora “sempre al Tribunale di Trieste si trova quale presidente della sezione penale un altro siciliano, il palermitano(..). Anche lui da più di trenta anni radicato in questa terra da convertire alla cultura della legalità italiana”. E dunque? Cosa si vuole intendere con il fatto che quei giudici sono meridionali ed in particolar modo siciliani? Che sono corrotti? Che sono mafiosi? Per il loro essere siciliani? Perché puntualizzare l'essere siciliano? Conosciamo tutti la storia, è noto che senza l'ausilio della mafia l'armistizio mai sarebbe stato firmato e mai gli “alleati” americani sarebbero sbarcati in Sicilia, così come è noto il ruolo costante che tutte le mafie esercitano nel panorama globale della politica capitalistica. Insomma quale sarà il prossimo passo? I meridionali a Trieste non ci possono entrare?  Non possono lavorare? Trieste libera dai meridionali? L'intervento il Clan ben evidenzia lo stato enorme di difficoltà di una realtà politica, per come oggi governata o meglio amministrata provvisoriamente,  giunta probabilmente alla sua fine e non sapendo più a cosa appellarsi, alcuni sparano a zero  insultando ed offendendo con pregiudizi generalisti degni della peggiore inciviltà, non che esista una migliore inciviltà, ma al peggio certamente non vi è mai inesorabilmente fine. 


Commenti

  1. "visto che Trieste è in Italia"
    Premesse sbagliate.

    E, sbagliando le premesse, spesso è facile sbagliare tutto il resto: se il tribunale di Trieste NON dev'essere (e non deve) un tribunale italiano, il fatto che la larga maggioranza dei funzionari sia stata inviata (e vi stazioni da decenni) appositamente dal Sud dell'Italia non ha connotazioni discriminatorie, se non da parte di chi — come lo stato italiano — si prende illegittimamente una "colonia" che ha ottenuto in amministrazione civile provvisoria, applicandovi una sovranità simulata.

    Si tratta quindi di un aspetto pratico, ma indicativo di un modus operandi sprezzante dei triestini — ebbene sì, anche dei triestini italiani. Anche dei triestini che hanno origini meridionali.

    --

    "giunta probabilmente alla sua fine e non sapendo più a cosa appellarsi"
    yawn. L'importante è esserne convinti. Noi, nel frattempo, continuiamo a tutta come sempre.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot