Il 10 febbraio 2014 è scaduto
l'ultimatum del Movimento Trieste libera all'Italia, la quale in
sostanza ha risposto alle rivendicazioni indipendentiste di questa
realtà, tramite alcune sue articolazioni, come Tribunali, autorità
governative, in modo a volte diretto, con rigetto dei ricorsi, ed a
volte indiretto con l'adozione di provvedimenti che si scontrano in
particolar modo con il regime del punto franco del Porto Vecchio.
Tempo nefasto, pioggia, in questo 10 febbraio 2014 ma un centinaio di
militanti, pochi rispetto all'importanza dell'evento, hanno
presidiato gli accessi dell'area del porto vecchio per tutto il
pomeriggio. Roberto Giurastante, presidente del Movimento Trieste
Libera, intervistato intorno alle 20.20 del 10 febbraio 2014 dalla web tv del Movimento
Trieste libera dirà che ora si “rivolgeranno alle nazioni unite”,
che hanno un programma con una decina di punti, dal reddito minimo
garantito, casa per non abbienti, risarcimento per danni ambientali
subiti ecc, e se il
15 settembre 2014 non ci saranno risposte si passerà direttamente all'autodeterminazione. " Passeremo direttamente alla costituzione
del nostro Stato che l'Italia sta cercando di eliminare”, queste le parole del presidente del MTL.
Certamente questo movimento ha perso
pezzi, tanti pezzi, per strada. Ma non cede, e la strada intrapresa
continua ad essere sempre più evidente e chiara. D'altronde non esistono vie coerenti di mezzo, per i così detti duri e puri, o
si risolvono le cose con la burocrazia legalitaria oppure con processi di tipo rivoluzionario. La via di mezzo è quella del compromesso ed accettare compromessi per una forza politica che urla al mondo intero la presunta illegittimità ed illegalità dell'esistente a Trieste, significherebbe disconoscere la propria essenza. Fare espressamente intendere pubblicamente che se
il 15 settembre 2014 non ci saranno risposte positive si passerà
direttamente all'autodeterminazione e dunque alla effettiva costituzione del TLT,ciò ben lascia intendere che la
situazione di tensione sociale a Trieste sarà significativa e da non sottovalutare. Certo, ritornando al discorso della via di mezzo e del compromesso, vi è sempre la possibilità che tale soluzione possa essere sostenuta, dal 2014 in poi, nel 2016, salvo dimissioni anticipate dell'attuale Sindaco, in modo ipotetico, con la partecipazione alle prossime elezioni di rinnovo del consiglio comunale, ma se così sarà, allora si assisterà all'ennesima ripetizione di un passato già noto e conosciuto nella vita politica amministrativa sia italiana che di Trieste, penso alla Lega Nord od alla vecchia lista pseudo indipendentista di Trieste, dunque a nulla di nuovo, ai soliti giochi visti e rivisti ed utili a pochi. Questo 2014 sarà, tra elezioni europee, estremismi di destra crescenti, nazionalismi minori o maggiori sempre più diffusi, l'anno della verità, sarà l'anno che dirà dove andrà a finire questa Europa e questa piccola ma importante Trieste.
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