La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Inno di Mameli, una canzonetta da cellulare




Nel 2012 con 208 voti favorevoli, 14 contrari e due astensioni, il Senato ha approvato, in via definitiva, il ddl n. 3366 sull'insegnamento dell'Inno di Mameli (già approvato dalla Camera), in cui risulta assorbito il ddl 3256 sull'Istituzione della Giornata dell'Unità d'Italia . Cioè si è introdotto a scuola l'insegnamento dell'inno ufficioso e non ufficiale, che solo per disposizione di un verbale del Consiglio dei Ministri del 1946, trova ancora oggi diffusione in certi e dati momenti. Atto giuridico per nulla vincolante, che ha trovato la sua forza di permanenza nella consuetudine. Ora da parte di un parlamentare di Fratelli d'Italia si deposita, una proposta di legge che ha lo scopo di trasformare questo inno da ufficioso in ufficiale. Non è la prima volta che ciò accade ed i tentativi sono sempre falliti. Nella sua proposta di legge che richiama in sostanza quelle del passato si legge che che gli italiani vedono nell'inno ufficioso di Mameli ciò che “scuote gli animi e suscita la commozione di coloro che lo recitano,poiché possiede tutti i riferimenti storici e i requisiti qualitativi sotto il profilo musicale per rappresentare l’Italia durante le cerimonie nazionali e internazionali”. Scritto il 10 settembre 1847, da Mameli, intitolandolo “Il canto degli Italiani” e musicato da Michele Novaro il 24 novembre dello stesso anno. Venne cantato per la prima volta a Genova durante una festa popolare e da allora con alti e bassi e diventato ufficiosamente l'inno italiano. Il Consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946, presieduto da Alcide De Gasperi, acconsentì all'uso dell'inno di Mameli come inno nazionale della Repubblica Italiana ma così disponendo “(…) Su proposta del Ministro della Guerra si è stabilito che il giuramento delle Forze Armate alla Repubblica e al suo Capo si effettui il 4 novembre p.v. e che, provvisoriamente, si adotti come inno nazionale l’inno di Mameli . Giusto per dovere di cronaca il ministro della Guerra era Facchinetti, massone che arrivò a rivestire l’incarico di Primo Sorvegliante nel Consiglio dell'Ordine del Grande Oriente d'Italia. Inno che vuole l'Italia schiava di Roma come iddio la creò, inno che esalta la morte per difendere l'Italia, inno irredentista e massonico e maschilista, solo questo basterebbe per dire no all'inno di Mameli, che a dirla tutta, musicalmente è proprio orrendo. Una canzonetta, una musichetta da cellulare, però, pensandoci bene, viste le condizioni in cui si trova questo Paese, forse se lo merita pure.

il mio inno è e sarà questo:




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