Sia
nel giorno della memoria che nel giorno del ricordo, a livello di
informazione mediatica di massa ed Istituzionale, salvo poche
iniziative autonome, si realizza una mera omologazione su chi
ricordare, quali fatti ricordare, e cosa tramandare ai posteri.
Eppur per amore di verità storica e rispetto della dignità di
migliaia e migliaia di esseri umani violentati nella loro libertà e vita per la sola “colpa” di non rientrare nella fittizia “razza
superiore italica”, ciò non dovrebbe accadere. Le
vicende del Confine Orientale sono state complesse, il fascismo
orientale, nato come evoluzione dell'irredentismo reazionario, è
stato il male nel male, un male che ancora oggi non si vuole,salvo le dovute e rare eccezioni, pienamente svelare,capire, comprendere, analizzare e denunciare. In merito al contenuto del mio intervento mi riferisco ora alla gente, alle persone, alle comunità, prevalentemente slovene e croate,che hanno subito violenze, umiliazioni, uccisioni, stupri, fucilazioni, rastrellamenti, per mano di criminali di guerra italiani rimasti
impuniti. A titolo esemplificativo basta pensare alla recinzione di
tutto il perimetro della città di Lubiana, alle fucilazioni
realizzate dal Regio Esercito italiano, al rastrellamento di oltre 4
mila civili, ai campi di concentramento in terra italiana, rimossi e
dimenticati, a quello noto di Arbe, campo di sterminio italiano, ove
il tasso di mortalità era superiore al 15% rispetto a quello del
lager nazista di Buchenwald
, uno dei più vasti di quelli situati sul suolo tedesco. I
fascisti avrebbero voluto spazzare via intere civiltà definite
barbariche, allogene, slave, se non ci riuscirono fu solo per carenza
di organizzazione e non per mancanza di volontà.
Davide
Conti, autore di Criminali di guerra italiani scriverà, in merito
all'impunità italiana, che si
voleva impedire quella decapitazione di fatto del nostro corpo
militare,
che sarebbe stata la naturale conseguenza di una seria procedura di
epurazione in seno all'esercito. L'idea era invece quella di
riarmarlo e di reintegrarlo in un nuovo dispositivo bellico, perciò
gli alleati rinunziarono a processare quei criminali di guerra che
loro stessi avevano indicato in liste apposite, consegnate alle
Nazioni Unite. Parliamo della Francia, degli USA e dell'Inghilterra.
Per quanto riguarda gli altri paesi, fummo aiutati dalle stesse
ragioni geopolitiche: la contrapposizione col blocco orientale
consentì all'Italia, appoggiata dagli alleati, di non consegnare gli
accusati di pratiche e condotte militari illecite soprattutto in
Unione Sovietica ed in paesi balcanici come Jugoslavia ed Albania.
Tutti sentimenti, quelli del fascismo orientale che nascono,
dilagano, dall'irredentismo reazionario, che è sfociato in
irredentismo fascista subito dopo la prima guerra mondiale con anche
gli effetti conseguenti
all'Impresa di Fiume, ben ricordando che
D'Annunzio, il poeta amante delle guerra, definiva come schiaveria
bastarda i croati.Questa considerazione di superiorità, della
presunta civiltà italica, traeva origine anche dalla geografia,
dall'Italia fisica.
“L'Italia
attuale comincia ai piedi delle Alpi: [dico l'Italia attuale], perché
questo nome indicava all'inizio soltanto l'antica Ouitoulía, ossia
la contrada situata tra lo stretto di Sicilia e i golfi di Taranto e
di Posidonia; ma, avendo preso con il tempo una sorte di
predominanza, questo nome ha finito per estendersi fino ai piedi
della catena delle Alpi, abbracciando anche, da una parte, tutta la
Liguria fino al Varo e naturalmente anche i dintorni della Liguria
dalla frontiera con l'Etruria, e, dall'altra parte, tutta l'Istria
fino a Pola” Questo è quanto si scriveva nel 27 ac circa
(Strabone(65/64
- 25/21 a.C. ) - Geografia – Libro V – Capitolo I:
La Transpadania e la Cispdana)
Concezione che rimarrà più o meno
stabile nei suoi canoni essenziali in quell'irredentismo che tra
martiri, tra azioni che oggi chiameremmo terroristiche, violenze
nefaste verso la dignità di intere comunità, verranno raccolte da
quel Timeus Ruggero Fauro che così scriverà : “ la questione
delle maggioranze slave non è per noi che accademia, perché siano
gli slavi pochi o molti noi le province di confine le dobbiamo
conquistare, in ogni caso, per ragioni politiche, economiche e
soprattutto strategiche, indipendenti da ogni questione di diritto
nazionale. Per noi ha comunque più valore l'esistenza di diecimila
italiani che quella di cinquanta o cento mila slavi ".
La
cosa inquietante è che gli irredentisti, e molti dei nostalgici reazionari lo
fanno ancora oggi, parlavano e parlano di spirito di liberazione,
quando in realtà erano ed altro non potevano essere, Fiume inclusa,
imprese di occupazione imperialiste, reazionarie, razziste e
violente. Quale status quo doveva essere ripristinato? Quello
dell'Italia fisica?Una
follia risorgimentale che ha ha partorito solo violenze che ancora
oggi vengono negate, omesse e nei peggiori dei casi ribaltate.
Infatti,
vedi Trieste per esempio, non è difficile incontrare vie, statue, o
busti dedicati ad alcuni irredentisti che con le loro azioni hanno
aperto varchi enormi anche a quel fascismo di confine ed a tutto ciò che
ne è derivato. Irredenti estremisti, martiri di cosa non è dato
sapere se non della loro superbia e di quello spirito che alimentava la presunta supremazia razziale che porterà al razzismo, e sarà estremista e violenta. Se
non si comprende tutto ciò, non si può capire il significato del
busto di bronzo di Pio Riego Gambini, irredentista, collocato
nell'aula Magna del Liceo Dante di Trieste.
Una
scuola pubblica.
Perché il Liceo Dante?
A
parer mio le motivazioni sono due.
La
prima riguarda la figura di Dante Alighieri.
Dante
Alighieri è stato strumentalizzato, usato, da diverse
organizzazioni, società, per il mito dell’italianità e come
sciabola per realizzare le violenze dell’italianizzazione che
dovevano prevalere sullo straniero, sullo "slavo". Per esempio la
società Dante Alighieri, che appunto si chiama Dante Alighieri,
che già prima della prima guerra mondiale si era distinta nella
propaganda nazionalista ed "antislava" nelle scuole italiane della
Venezia Giulia. Oppure basta pensare come questa società, che non a
caso si chiamava Dante Alighieri, ha avviato in quel tempo un forte processo di
italianizzazione anche a Fiume, anticipando la sciagurata impresa
dannunziana e favorendo quelle condizioni culturali che volevano
vedere come legittima la marcia militare su Fiume. Ha fatto sentire
la sua presenza nelle biblioteche, nei circoli ricreativi, nelle
scuole,sostenendo circoli e gruppi culturali di lingua italiana. Una
delle iniziative, che richiamavano lo spirito irredentista è quella
realizzata dal Comitato centrale di propaganda per l’Adriatico,
istituito il 2 giugno 1916, con il compito di coordinare le
iniziative propagandistiche patrocinate dalla Società “Dante”
per porre un freno alle pretese slave. Ed infatti, la Dante,
partecipò con ovvio entusiasmo all’impresa di Fiume,
stampando anche manifesti di consenso.
Ma
è interessante vedere anche quello che accadeva, in quel periodo,
che ben lascia intendere quanto fosse strumentale per il nazionalismo
la figura di Dante, nelle scuole. Per esempio, nell’annuario
1918/19 del Ginnasio Dante Alighieri di Trieste si rileva che
inaugurando proprio il busto del poeta nell’atrio dell’istituto
il direttore di allora pronunciò le seguenti parole: “ora che il
lungo sogno della nostra vita s’è fatto realtà, fa che i giovani
nostri crescano italiani ,amino e coltivino la giustizia, onorino la
patria,, la affermino in faccia allo straniero …fa o padre Dante
che l’Italia sia sempre più grande, rispetta tra, più augusta e
che nei secoli più lontani riecheggi il grido che ci erompe dai
petti: evviva l’Italia”.
La
seconda motivazione è data dal fatto che quel Pio Riego Gambini apparteneva alla
famiglia storica dei Gambini, ed il noto Pier
Antonio Quarantotti
Gambini
sembra che abbia anche insegnato per breve tempo proprio al Dante di
Trieste.
Quel busto bronzeo inaugurato nel 22 maggio del 1955 e benedetto da mons.
Bruni è ancora oggi soggetto a manifestazioni politiche, infatti, periodicamente, si depone una corona d’alloro.
Si
legge, in una targa apposta sotto quel busto: “questo busto eretto
nel 1919 a Capodistria ivi ostilmente distrutto nel 1948, dal 1955 qui
rivive ed attende”. Pio Riego Gambini ha fondato nel 1913 il "Fascio Giovanile
Istriano", gli verrà concessa la Medaglia d'Argento al Valor
Militare alla Memoria con la seguente motivazione: "Volontario
irredento, pieno d'entusiasmo nell'attacco di forte posizione nemica,
arditamente superò, fra i primi, le trincee nemiche. Ferito al
collo, continuò a combattere e ad incoraggiare i compagni nel
persistere nella lotta, fino a che venne nuovamente colpito a morte.
Podgora 19 luglio 1915." Quel busto venne distrutto nel 1948, quindi poco tempo dopo il Trattato di Pace del 1947, probabilmente perché in ciò
si vedeva il simbolo di quell'irredentismo che ha portato prima, con lo spirito imperialista e nazionalista italiano estremo della prima guerra mondiale e dopo, passando dall'Impresa di Fiume, con il fascismo
orientale, che ne è conseguito, a tutte quelle violenze che hanno cagionato enormi sofferenze che gli sloveni o croati in primis hanno subito da parte
degli occupanti italiani. Quanto di tutto ciò si spiegherà agli studenti del Liceo Dante? Quanto è tollerabile che in una scuola pubblica possa accadere
ciò? Un bronzo dato in custodia al Liceo Dante che lì attende ed
ovviamente attende di ritornare in quella terra che non è italiana
ma che l'Italia ha voluto rivendicare nelle logiche di una follia
imperialista, razzista che ancora oggi trova molti seguaci.
Non commento quanto da lei scritto essendo una persona educata, mi permetto di postare una riflessione di Alain de Benoist:"Dirsi antifascista nell'epoca del Fascismo al potere significava assumersi un serio rischio. Oggi e' un mezzo eccellente per far carriera facendosi immediatamente notare come un adepto dell'ideologia dominante". Per quanto mi riguarda trovo questa riflessione all'acqua di rose!
RispondiEliminaCerto che parlare male degli italiani definendoli praticamente tutti fascisti fa sorridere se si pensa al governo croato degli ustascia !!!! Par mè ci un imbazel!!!!!!
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